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New York, attacco a Manhattan: l'attentatore del Bangladesh e negli Usa da 7 anni. Aveva superato ogni controllo

Andrea Tempestini
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Un'esplosione, di prima mattina, nel cuore di New York. Un ordigno rudimentale ha colpito a Port Authority, la gigantesca stazione centrale dei bus a Manhattan, tra la 42esima e l'ottava strada, a due passi da Times Square. Scene di panico, persone in fuga, stazioni chiuse: il bilancio fortunatamente è di soli quattro feriti, tra i quali l'attentatore, e nessuno è in pericolo di vita. Secondo quanto si è appreso, l'esplosione è stata causata da un ordigno rudimentale, un tubo-bomba che sarebbe esploso in un sottopassaggio prima però di quanto l'attentatore avesse previsto, tanto che è rimasto ferito anche lui. La polizia della Grande Mela ha confermato sia l'indagine per terrorismo, sia l'arresto di una persona. Il video. Il momento dell'esplosione dell'ordigno artigianale La Cnn ha confermato che è stata ritrovata una pipe bomb, ovvero una bomba artigianale. Sempre l'emittente a stelle e strisce ha raccolto testimonianze di chi, presente sul luogo, ha riferito di "due distinte detonazioni. L'impressione è che provenissero dalla metropolitana, ma la mia è solo una supposizione". Dopo l'attacco, sono state chiuse le linee della metropolitana A, C ed E, che si incrociano nei pressi della stazione dei bus, nella quale transitano circa 230mila persone al giorno, cifre che danno l'idea di quale carneficina stesse cercando l'attentatore. Il video. Attentato a New York, il panico e le persone in fuga Ma chi è l'uomo che cercava una strage? Si chiama Akayed Ullah, ha 27 anni ed è originario del Bangladesh, un Paese che solitamente non viene percepito come uno degli epicentri del rischio islamista. Vive a Brooklyn e, secondo il New York Post che cita fonti di polizia, la sua azione sarebbe stata ispirata dall'Isis, circostanza che avrebbe confermato il diretto interessato, ferito nella deflagrazione, dopo l'arresto (è stato trasportato per le cure mediche al Bellevue Hospital). Ullah avrebbe costruito da solo il suo ordigno, un tubo-bomba di circa 13 centimetri che teneva nascosto sotto la giacca, nella parte destra. Il terrorista viveva stabilmente a New York da sette anni, insomma - legge degli Stati Uniti alla mano - aveva passato tutti i controlli necessari per restare nel Paese. Aveva beffato le autorità. James O'Neill, capo della polizia di New York, a chi gli chiedeva se l'uomo fosse effettivamente legato all'Isis ha risposto: "Ha fatto dichiarazioni ma non ne parliamo ora". Il riferimento, probabilmente, è relativo proprio a quanto anticipato dal Post sul fatto che abbia detto di aver agito "ispirandosi" al Califfato dei tagliagole.

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