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Vaticano, Papa Francesco in 12 frasi: immigrati, islam e Ius Soli, viene giù la Chiesa

Giulio Bucchi
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In Vaticano un sconcerto lungo 12 mesi. Non basta un calendario a contenere le affermazioni di Papa Francesco giudicate ora sorprendenti, ora fuori luogo, ora addirittura eretiche da certa parte del mondo cattolico (vertici della Chiesa in testa) e non solo. Ci prova il Tempo, raccogliendo in 12 perle, una per mese, il meglio - o il peggio, a seconda dei punti di vista - del Bergoglio pensiero. Gennaio - Intervistato dal quotidiano spagnolo El Pais, Francesco ricorda che anche il Nazismo è nato con i voti del popolo e che dunque la spinta populista può tradursi in regime, morte e distruzione. Trump come Hitler, insomma. Febbraio - "Nessun popolo è criminale e nessuna religione è terrorista. Non esiste il terrorismo cristiano, non esiste il terrorismo ebraico e non esiste il terrorismo islamico". Mal comune, mezzo Isis. Marzo - Il trionfo del populismo immigrazionista: "Quelli che arrivano in Europa - spiega il Papa al mensile milanese Scarp de' tenis della Caritas - scappano da guerra e fame. E noi siamo colpevoli perché sfruttiamo le loro terre ma non facciamo alcun tipo di investimento affinché loro possano trarre beneficio". Aprile - Scandalo teologico, "Gesù si è fatto peccato, diavolo, serpente per noi". Espressione ambigua pronunciata alla meditazione mattutina in Santa Marta il 4 aprile. È la frase che fa infuriare Antonio Socci. "Inimmaginabile che un Papa dica una cosa simile di Gesù". Maggio - È il mese della chiacchieratissima visita ufficiale di Trump in Vaticano. Fanno il giro del mondo le foto di un Francesco impassibile, attonito, quasi triste di fianco al presidente americano sorridente. Giugno - Bergoglio celebra i 50 anni dalla morte di Don Lorenzo Milani esaltandone la visione "sessantottina" e anti-meritocratica della scuola e dell'insegnamento. Per questo, spiega Francesco, Don Milani è stato un "servitore esemplare del Vangelo". I non bocciati ringraziano. Luglio - Altro momento epocale: Papa Francesco benedice idealmente due omosessuali sposati in Brasile e i loro figli adottivi. Nella lettera formale Bergoglio porge le "congratulazioni" "invocando per la vostra famiglia l'abbondanza di grazie divine". In Vaticano parlano di gaffe. Agosto - Sono i giorni dello Ius soli, la legge che concede la cittadinanza ai figli di immigrati per il semplice fatto di essere nati in Italia. Francesco si schiera a favore senza se e senza ma. Fatti dello Stato italiano? Non solo, evidentemente. Settembre - Ricordate Habemus Papam di Nanni Moretti in cui il Pontefice interpretato da Michel Piccoli fugge dallo psicanalista subito dopo l'elezione? Tutto vero: "Ho consultato una psicanalista ebrea - ha confssato -. Per sei mesi sono andato a casa sua una volta alla settimana per chiarire alcune cose". Là dove non arriva la Fede, arriva Freud. Ottobre - Messaggio a chi frequenta l'università: "Non iscrivetevi per avere una posizione migliore, più denaro o maggior prestigio sociale", ma per "maturare una maggiore responsabilità nei confronti dei problemi di oggi, della necessità dei più poveri, della cura dell'ambiente". Viva il pauperismo, viva l'egualitarismo. Novembre: Dal Cristianesimo al "sincretismo". In altri tempi si sarebbe parlato di Inquisizione, ma oggi nell'epoca del relativismo culturale e religioso tutto fa brodo, anche se esce dalla bocca del Pontefice che dovrebbe, in qualche modo, reggere gli argini. E invece Francesco afferma che "La presenza di Dio oggi si dice anche rohingya", riferendosi alla minoranza islamica massacrata in Myanmar. Coraggioso? Peccato che alla prova dei fatti, durante il suo viaggio ufficiale nell'ex Birmania, il Santo Padre abbia ceduto agli ordini politici del regime locale e non abbia mai nemmeno nominato i rohingya e il loro dramma umanitario. Dicembre - Ultimo capolavoro, la notte di Natale: si parla di Gesù Cristo e Francesco non si trattiene dal legarlo al tanto amato Ius soli: il Salvatore, ricorda, è "colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza". Altro che Viminale.

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