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Emmanuel Macron e la guardia del corpo Benalla, "non è il mio amante". Com'è costretto a umiliarsi

Giulio Bucchi
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"Non è il mio amante". La tragicommedia di Emmanuel Macron in poche parole: il presidente francese è stato costretto a difendersi così, davanti ai suoi collaboratori, al suo partito e agli elettori, dalle maliziosi voci che lo volevano legato in qualche misterioso modo alla sua guardia del corpo, Alexandre Benalla. Il muscolare bodyguard è finito nei guai per aver picchiato in piazza dei manifestanti il Primo maggio, senza aver alcun titolo per scendere a fianco della polizia. Da allora, l'Eliseo ha fatto finto di nulla sebbene lo scandalo riguardasse il presidente e il ministero degli Interni. Sotto accusa il "trattamento particolare" di cui gode Benalla, con auto di servizio, appartamento lussuoso in centro a Parigi e 10mila euro di stipendio al mese. Ora Macron, in crollo nei sondaggi, ha parlato di "tradimento" e ha deciso di rimuovere dall'incarico la sua fidatissima guardia del corpo.

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