Emmanuel Macron vuole arabizzare la Francia per sconfiggere l'Isis: un suicidio in salsa islamica
Soltanto due anni fa, quando era ancora iscritto ai Républicains, Bruno Le Maire, attuale ministro dell'Economia francese, non si faceva troppi scrupoli a dire che l'insegnamento della lingua araba fin dalle elementari, proposto dall'allora titolare dell'Istruzione Najat Vallaud-Belkacem, portava dritto al “comunitarismo”. «La priorità assoluta è padroneggiare il francese», disse Le Maire ai microfoni di Bfm.tv, prima di aggiungere: «Se c'è una lingua che bisognerebbe imparare dal primo anno di scuola elementare quella è l'inglese, non l'arabo». Ma a quanto pare deve aver dimenticato tutto, ora che è uno dei ministri di punta della presidenza Macron, perché il suo collega all'Istruzione, Jean-Michel Blanquer, ha affermato proprio ieri che il governo, compatto, ritiene necessario incoraggiare «l'apprendimento della lingua araba» a partire dalla CP (Classe préparatoire), e cioè dall'inizio delle elementari, quando i bambini hanno 6-7 anni. Sottolineando che l'arabo è «una lingua molto importante» a cui bisogna «dare prestigio», Blanquer ha spiegato a Jean-Jacques Bourdin, giornalista vedette della televisione transalpina, che la lingua di Maometto «deve essere appresa non solo dalle persone di origini maghrebine o dei Paesi arabi», bensì da tutti i francesi, a prescindere dalla loro origine. Leggi anche: La valanga travolge Macron: ecco chi lo scarica Dichiarazioni assai sorprendenti da parte di colui che lo scorso anno si era presentato dicendo di voler mettere al centro dell'école républicaine il latino e il greco che il suo predecessore, la Belkacem, aveva cancellato dai programmi, e che invece, ora, pare deciso a seguire la scia della ministra franco-marocchina di Hollande, grande sostenitrice dell'insegnamento dell'arabo a scuola. «È un progetto dalle conseguenze incalcolabili"» ha attaccato su Twitter Robert Ménard, sindaco di Béziers e cofondatore di Reporters sans frontières. «Blanquer vuole sviluppare e valorizzare l'insegnamento dell'arabo a scuola. Con questa misura clientelistica, il governo Macron islamizzerà l'Istruzione e radicherà il comunitarismo in Francia», ha tuonato Karim Ouchikh, presidente del partito sovranista Siel. Le affermazioni di Blanquer fanno eco a un rapporto sull'islamismo, La fabrique de l'islamisme, che l'esecutivo francese ha commissionato al think tank Insitut Montaigne, e i cui contenuti sono stati diffusi ieri. Hakim El Karoui, saggista di origini tunisine, consigliere ombra di Macron e autore di questo documento, sostiene che tra le principali misure per contrastare la propaganda salafita nella comunità musulmana ci debba essere, appunto, un maggiore sviluppo dei corsi di arabo nelle scuole: negli ultimi anni il numero di persone che lo impara negli istituti pubblici si sarebbe dimezzato, secondo il rapporto, mentre nelle moschee la percentuale di studiosi di arabo si sarebbe moltiplicata per dieci. Sarà contento il socialista Jack Lang, ex ministro della Cultura, che due anni fa chiedeva al governo di «trattare l'arabo come l'inglese». di Mauro Zanon