Venezuela, leader italiano opposizione: "E' genocidio"
Roma, 3 feb. (AdnKronos) - Il governo italiano si deve schierare in Venezuela per il riconoscimento di Juan Guaidò come presidente ad interim, "il suo intervento non è facoltativo, è obbligatorio, perché quello che sta succedendo è un genocidio". Angelo Palmeri, italo-venezuelano, segretario organizzativo nazionale del partito 'Un nuevo tiempo', uno dei quattro partiti della coalizione che sostiene Guaidò, sollecita l'esecutivo gialloverde a mettere da parte "ambiguità e neutralità, perché questa è una questione di diritti umani". Il M5S è contrario al riconoscimento perché lo ritiene un'interferenza negli affari interni. "Assolutamente, no, non sarebbe un'interferenza - sostiene Palmeri in un'intervista all'Adnkronos, all'indomani della manifestazione con Guaidò, al cui fianco ha letto la lettera che la comunità italiana in Venezuela ha inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché chieda al governo di schierarsi - L'intervento non è facoltativo, è obbligatorio, per i vincoli storici e sociali che legano l'Italia al Venezuela, per la gravità di quello che sta succedendo qui, è in corso un genocidio". Da parte italiana, ripete più volte, "non può esserci neutralità, indifferenza, ambiguità, l'Italia non può voltarsi dall'altra parte" davanti alle sofferenze della comunità italiana, ma di tutti i venezuelani. "Qui - ricorda Palmeri, di professione avvocato - centinaia di migliaia di bambini soffrono la fame. Quando gli italiani emigrarono in Venezuela trovarono le porte aperte, perché adesso lasciano soli noi e i venezuelani?". La posizione politica del governo italiano "è assurda, sta commettendo un errore gravissimo: se non si schiera con Juan Guaidò e non lo riconosce come presidente ad interim, si condanna ad una terribile relazione con il nuovo Venezuela" denuncia. "Quello di Nicolas Maduro è un regime di criminali e assassini - accusa Palmeri, parlando con l'Adnkronos - ma il suo tempo sta per scadere e quando ci sarà il nuovo Venezuela, che avrà bisogno di investimenti stranieri, l'Italia non potrà essere l'ultima della lista a causa di una posizione politica che è assurda". Il leader italiano dell'opposizione riferisce poi che in questi giorni "non c'è stato alcun contatto con rappresentanti del governo, non c'è alcun canale di dialogo con Roma", la politica estera italiana "non è molto efficace, è distante dai problemi sociali della comunità, non ha una logica né politica né sociale". In Venezuela non c'è il rischio di guerra civile, "perché il problema non è politico, ma economico e sociale" dice poi Palmeri all'Adnkronos a proposito del rischio evocato dal presidente Nicolas Maduro in un'intervista ad una televisione spagnola. "Il regime vuole far credere che controlla il potere militare, ma in realtà non è così - sostiene - Solo i vertici, coinvolti con loro nel narcotraffico, sono con loro". Ma gli ufficiali di grado più basso e i soldati, invece, "soffrono come il resto della popolazione - aggiunge il segretario di 'Un nuovo tiempo' - Anche loro sono vittime della mancanza di generi alimentari e medicinali". La guerra civile c'è "se il popolo è contro il popolo, ma in Venezuela - sottolinea - non c'è un problema politico, c'è un problema economico e sociale".