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Kim Jong-un fa rapire la figlia del dissidente a Roma, caos al governo: fango M5s contro Matteo Salvini

Davide Locano
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Si apre un clamoroso caso diplomatico, che parte dalla Corea del Nord e arriva a minare gli equilibri del governo italiano. Il punto è che la figlia di Jo Song-gil, ex ambasciatore nordcoreano in Italia, lo scorso novembre sarebbe stata rimpatriata a forza dall'Italia mentre cercava di ricongiungersi con i genitori. La notizia è stata riferita da Ynohamp, un'agenzia di stampa sudcoreana che cita Thae Yong-ho, ex collega del funzionario Jo Song-gil, il quale avrebbe disertato per chiedere asilo politico a un Paese occidentale. Ad oggi, ancora non è chiaro dove si trovi l'ex ambasciatore. Era stato lo stesso Thae, poco più di un mese fa, a chiedere al governo della Corea del Sud di proteggere Jo, a cui aveva chiesto di trasferirsi a Seul per lavorare insieme "alla riunificazione delle Coree". "Le punizioni imposte ai familiari di quanti sono fuggiti in Corea del Sud sono incomparabilmente maggiori a quelle riservate a coloro la cui famiglia è fuggita verso altri paesi", ha sottolineato Thae, aggiungendo pertanto di non poter più esortare il suo ex collega a raggiungerlo a Seul. Fonti dell'AdnKronos riferiscono che la figlia di Jo Song-gil sarebbe stata riportata in patria il 15 novembre scorso e che l'ambasciata avrebbe comunicato il rientro della ragazza alla Farnesina. E ancora, l'agenzia spiega che "la ragazza, come risulterebbe anche al ministero degli Esteri, avrebbe chiesto di tornare dai nonni ed il 15 novembre sarebbe stata prelevata dal personale dell'ambasciata, portata in aeroporto a Roma e riportata a Pyongyang, secondo quanto comunicato anche dalla stessa rappresentanza alla Farnesina". Leggi anche: L'orologio dell'Apocalisse indica: 2 minuti alla fine del mondo Ed è qui che il caso diventa politico. I grillini, infatti, puntano il dito contro Matteo Salvini: "Chiediamo al ministro dell'Interno di riferire in Parlamento e di fare chiarezza sulle notizie relative al rapimento e al rimpatrio forzato della figlia minorenne dell'ex ambasciatore nordcoreano da parte dei servizi di Pyongyang. Se i fatti fossero confermati sarebbero gravissimi, un nuovo caso Shalabayeva". Così i deputati e senatori del M5s delle Commissioni Affari esteri di Camera e Senato. E ancora, sparano: "Non è tollerabile che agenti dell'intelligence di un Paese straniero agiscano indisturbati in territorio italiano compiendo attività illegali. La giovane rischia nel suo Paese di essere imprigionata e torturata". Ma è anche un giallo ancora tutto da chiarire, visto che sulla dinamica al momento c'è poca chiarezza. La Farnesina per ora non commenta ufficialmente, ma fonti del ministero rivelano che la ragazza sarebbe tornata in patria il 15 novembre dopo che la ragazza avrebbe chiesto di tornare dai nonni. Sarebbe stata prelevata quindi dal personale dell'ambasciata, portata in aeroporto a Roma e riportata a Pyongyang.

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