Emmanuel Macron, la fine ridicola: si è ridotto a copiare Luigi Di Maio sul reddito di cittadinanza
Quando il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, annunciò, tra le varie misure del Piano di lotta contro la povertà da 8 miliardi di euro, la creazione del Revenu universel d' activité (Rua), il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro italiano Luigi Di Maio reagì così: «Lui lo farà nel 2020, noi lo metteremo il prossimo mese nella legge di Bilancio». Era il settembre dello scorso anno, e non si sapeva ancora che il Reddito di cittadinanza (RdC) sarebbe costato 6,6 miliardi di euro (in deficit), e non 10 miliardi come aveva promesso inizialmente il vicepremier grillino. Così come non si sapeva quali sarebbero stati i contorni del RdC in salsa macronista, né perché il liberale Macron voleva promuovere una misura così assistenzialista. Da ieri, grazie a un articolo di Rtl, si sa qualcosa di più. Giovedì la segretaria di Stato presso il ministero delle Solidarietà e della Salute Christelle Dubos, e Fabrice Lenglart, relatore della futura riforma, ufficializzeranno l' avvio dei lavori che porteranno, secondo le stime del governo di Parigi, a fabbricare una legge sul Reddito universale d' attività entro il prossimo anno. «Ci sarà una fase di diagnosi prima delle concertazioni che inizieranno in aprile e raggrupperanno le associazioni, i beneficiari dei minima sociaux (l' insieme degli aiuti statali erogati alle fasce più deboli della popolazione, ndr), gli enti locali e gli attori istituzionali come la Caisse nationale d' allocations familiales)», ha dettagliato Rtl. A differenza del reddito di cittadinanza del M5S, il revenu di Macron si fonda sulla riorganizzazione e la fusione di aiuti sociali già esistenti. Tra questi il Revenu de solidarité active (Rsa), il reddito minimo garantito di cui può beneficiare chi non ha alcuna attività professionale, l' Aide au logement (Apl), il contributo per l' alloggio che aiuta le persone a reddito basso ad attutire il costo degli affitti, e la Prime d' activité, integrazione del reddito a cui possono accedere i lavoratori dipendenti. Leggi anche: Macron, il vergognoso spot elettorale contro Salvini HANDICAPPATI «Metteremo insieme il maggior numero di prestazioni sociali affinché si possa finalmente fornire una risposta unica per garantire che la gente viva degnamente», aveva assicurato Macron a settembre. Ma tra le prestazioni sociali che potrebbero essere integrate nel futuro Rua, figura anche l' Aah, che non è altro che il sussidio per le persone disabili, e l' Asi, l' assegno integrativo di invalidità. Un' idea che trova d' accordo la segretaria di Stato con delega alle persone disabili Sophie Cluzel, ma che ha scatenato la rabbia di diverse associazioni che difendono i diritti delle persone in situazione di handicap. «"È dell' inferno dei poveri che è fatto il paradiso dei ricchi", ha scritto Victor Hugo ne "L' uomo che ride". Queste misure ai danni delle persone disabili lo mostrano bene!», si legge in una petizione apparsa ieri sul web contro l' inclusione dell' Aah e dell' Asi nel reddito di cittadinanza pensato da Macron. Ma quanti francesi potranno riempire i moduli per ottenere il Rua a partire dal prossimo anno? Secondo uno studio della Drees, l' istituto di statistica del ministero della Salute francese, saranno circa 5 milioni se vengono addizionati gli attuali beneficiari del Rsa (1,88 milioni) e coloro che ricevono la Prime d' activité (2,9 milioni). Tuttavia, il numero potrebbe lievitare se le altre piste studiate «senza tabù» (parole dell' entourage della segretaria di Stato Dubos all' Afp) verranno intraprese. DUBBI LIBERALI Tra queste, l' apertura del Rua agli under 25, a condizione di non far concorrenza alle borse di studio. Il rischio, paventato da molti, è pero quello di creare un esercito di sdraiati, che preferisce poltrire sul divano con il Reddito universale di attività in tasca piuttosto che alzarsi e cercare lavoro. Per evitarlo, Macron assicura che ogni beneficiario dovrà iscriversi a un percorso di inserimento dove non si potranno rifiutare più di due offerte professionali "ragionevoli". Basterà? Il sito di opinioni liberali Contrepoints, citando il recente cattivo esempio finlandese, ricorda che il reddito di cittadinanza è stato un fallimento ovunque, che è una misura di puro assistenzialismo e non creerà nessun posto di lavoro. di Mauro Zanon