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Gay, l'Europa concede il diritto di asilo agli extracomunitari

La Corte europea ha deciso: se nel Paese d'origine rischiano il carcere o una punizione, possono trovare rifugio in Ue

Francesca Canelli
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Rifugiati politici, perseguitati per motivi di razza, religione, appartenenza a un gruppo sociale o per le opinioni politiche. E da oggi, anche i gay potranno richiedere il diritto di asilo all'Unione Europea.  La decisione - La Corte di Giustizia dell'Ue ha infatti stabilito che potrà essere concesso asilo a tutti gli omosessuali dei paesi in cui essere gay è considerato reato e in cui si rischia il carcere o, peggio, il linciaggio. I giudici di Lussemburgo hanno accolto l'istanza presentata dal governo dei Paesi Bassi, che aveva sottoposto il caso emblema di tre omosessuali rifugiati provenienti da Uganda, Senegal e Sierra Leone. Paesi in cui l'omosessualità è un reato punibile con l'ergastolo.  La sentenza - I giudici hanno riferito che l'esistenza di una legge che prevede il carcere per gli omosessuali "può di per sé costituire un atto di persecuzione", poiché "costringerebbe uomini e donne a nascondere il proprio orientamento sessuale per il timore di essere puniti, rinunciando ad esprimere una caratteristica fondamentale della propria identità". All'inizio ai tre gay scappati in Olanda era stato negato l'asilo, per il fatto che avrebbero potuto "moderarsi" in modo da nascondersi allo stato ed evitare la reclusione. Il caso però era finito  al consiglio di stato nederlandese, che l'aveva sottoposto al giudizio della Corte di Giustizia dell'Ue. La sentenza sottolinea che possono fare richiesta di asilo "gruppi di persone con la fondata paura di essere perseguitate nel proprio paese di origine", e che l'asilo verrà concesso se la pena viene considerata lesiva dei diritti umani.  Il reato di omosessualità - Essere gay viene considerato illegale in 36 paesi africani, tra cui Nigeria, Kenya, Uganda, Sierra Leone, Botswana, Sudan. In molti stati si rischia solo un'ammenda, ma in alcuni la punizione arriva fino all'ergastolo o, peggio, alla pena di morte.

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