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Siria, Erdogan minaccia l'Occidente: "State con la Nato o coi terroristi?". Di Maio: "Stop armi alla Turchia"

Cristina Agostini
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Vuole attaccare Kobane. Il presidente turco Erdogan, a suo dire con il via libera della Russia, ha deciso di marciare su un'altra città chiave e ha minacciato i Paesi occidentali che si sono dichiarati fortemente contrari all'operazione nel Nord della Siria. Francia, Germania e Italia intendono infatti sospendere le spedizioni di armi in Turchia. "Con chi vi schiererete? Con il vostro alleato della Nato o con i terroristi? Non possono rispondere. Non è possibile capire l'obiettivo e la ragione di ciò che stanno facendo", ha detto Erdogan. "Sto pensando: è perché la Turchia è l'unico paese della Nato il cui popolo è musulmano?". Stop alla vendita di armi - L'Italia è intenzionata a bloccare "l'export di armamenti verso la Turchia per tutto quello che riguarda le commesse da domani 15 ottobre, il futuro dei prossimi contratti e dei prossimi impegni", ha annunciato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Tuttavia, ha aggiunto, non ci sarà un "embargo europeo" nella vendita di armi ad Ankara. "Tutti gli Stati condannano quello che sta facendo la Turchia in territorio siriano e si sono impegnati a bloccare l'export per gli armamenti. Anche l'Italia lo farà", "era importante che tutta l'Europa assumesse la stessa posizione, ma abbiamo lasciato ai singoli Stati l'impegno di farlo perché questo crea immediatezza". Leggi anche: "Le armi a Erdogan? Ma se...". Crosetto, una semplice verità sul rapporto Italia-Turchia Intanto le forze di Damasco sono entrate nella città di Ayn Issa, al confine tra Turchia e Siria ricompresa all'interno della zona soggetta all'intervento militare turco e in cui si trovano i campi dove sono rinchiuse le famiglie dei miliziani dell'Isis. Lo riferisce l'agenzia di stampa siriana: è la prima volta dal 2013 che le truppe di Bashar al-Assad si spingono nella zona, fino a ieri sotto il controllo delle milizie curde Ypg.

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