Brexit, Johnson: "E' l'alba di una nuova era"
Londra, 31 gen. (Adnkronos) - "Questa non è una fine, ma un inizio". Così il premier britannico Boris Johnson saluta l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea allo scoccare della mezzanotte (le 23 a Londra). In Parliament Square, a Londra, la folla pro Brexit raccolta attorno alla statua di Winston Churchill, davanti al Parlamento di Westminster, ha intonato 'God Save the Queen'. Sul palco allestito nella piazza, tra i politici presenti, il leader del Brexit Party ed ex europarlamentare, Nigel Farage. A partire da oggi ha inizio un periodo di transizione che terminerà alla fine del 2020. Durante questi 11 mesi, Londra e Bruxelles dovranno definire un nuovo accordo commerciale, secondo le linee guida tracciate nella Dichiarazione Politica che accompagna l'accordo di recesso. Allo scoccare della mezzanotte ha avuto anche fine un travaglio politico durato oltre tre anni, che a partire dal referendum del 2016 ha 'bruciato' due primi ministri, David Cameron e Theresa May e profondamente diviso la società britannica. "Per molte persone questo è uno stupefacente momento di speranza, un momento che pensavano non sarebbe mai arrivato. E ci sono molti, naturalmente, che sentono un senso di ansia e di perdita", ha detto il premier. "Poi, naturalmente, c'è un terzo gruppo, forse il più numeroso, che ha iniziato a temere che le dispute politiche non finiranno mai. Comprendo tutti questi sentimenti e il nostro compito, come governo, il mio compito, è riunire questo Paese e farci andare avanti", ha detto ancora Johnson. "Questo è il momento quando sorge l'alba e la tenda si alza su un nuovo atto della nostra grande storia nazionale", ha aggiunto il premier britannico. Nel suo discorso definisce la Brexit come opportunità per far risorgere la Gran Bretagna. Questo, ha detto, "è potenzialmente un momento di vero rinnovamento e cambiamento nazionale". Per Johnson, la Brexit segna "l'alba di una nuova era" per "riunire e far salire di livello" il Paese. "Con tutta la sua forza e tutte le sue ammirevoli qualità, la Ue in 50 anni si è evoluta in una direzione che non andava più bene per questo Paese". In un altro passaggio del suo discorso dedicato alla Ue, il premier ha sottolineato che la Brexit deve essere intesa come "l'inizio di una nuova era di amichevole cooperazione tra la Ue e un'energica Gran Bretagna". "Abbiamo obbedito al popolo, ci siamo ripresi gli strumenti dell'auto-governo". Sempre con riferimento alla volontà popolare, il premier ha ricordato che il giudizio sull'appartenenza all'Unione europea è stato espresso "non una, ma due volte" nelle urne dagli elettori britannici. "Diffonderemo speranza e opportunità in ogni parte del Regno Unito", ha detto ancora Johnson, ricordando alcuni punti chiave del programma con il quale ha trionfato nelle recenti elezioni, dalla sanità alla sicurezza, dall'istruzione alla ricerca, alle infrastrutture. Con l'uscita dalla Ue, ha detto, "riscopriremo muscoli che non abbiamo usato per decenni, il potere di pensare e agire in maniera indipendente". La visione di Johnson è quella di una Gran Bretagna che sia "simultaneamente una grande potenza europea" e un Paese "veramente globale nella sua portata e nelle sue ambizioni". Per quanto la strada possa essere accidentata, ha promesso, "so che avremo successo".