Obama tira dritto sulla sanità
"Riforma entro il 2009"
Per alcuni analisti, la sovraesposizione mediatica ha giocato un brutto scherzo a Barack Obama, che deve fare i conti con una popolarità non più alle stelle e con i malumori di molti americani di fronte alla volontà di riformare il sistema sanitario. Ma quando in Italia era notte fonda, il presidente degli Stati Uniti è andato in diretta a reti unificate per ribadire la sua volontà di portare a compimento l'opera “entro il 2009”. In una conferenza stampa in prima serata, la quarta nei suoi primi sei mesi di presidenza, Obama ha detto alla popolazione che “la riforma della sanità è essenziale per il salvataggio dell'economia: senza questa riforma si rischia di sbancare il bilancio federale” a causa degli aumenti vertiginosi dei costi degli aiuti sanitari agli anziani (Medicare) e ai poveri (Medicaid). Come aveva già avuto modo di dire nei giorni scorsi, per l'inquilino della Casa Bianca “il prezzo del far nulla è troppo alto”. Al Congresso si preparano per un'aspra battaglia. I repubblicani, ma anche i democratici più conservatori, non vedono di buon occhio l'aumento di una spesa pubblica determinata dall'estensione a tutti gli americani della copertura sanitaria, che andrebbe irrimediabilmente ad incidere sul deficit federale. Ma per Obama il rischio può essere aggirato usando meglio i fondi già disponibili e tassando i più ricchi. Una posizione che trova l'appoggio della Speaker della House of Rappresentatives, Nancy Pelosi. La riforma, fanno sapere dalla Casa Bianca, non graverà sulla classe media. Che però è la più preoccupata. La fretta per arrivare alla conclusione dell'iter legislativo è dettata “dalle lettere che ricevo ogni giorno dalle famiglie che vengono martoriate dai costi della salute e che mi chiedono se possa aiutarli”, ha dichiarato Obama. Ma l'opposizione continua a chiedere che si proceda con calma per studiare meglio le proposte e non procedere in modo azzardato. I repubblicani, ha risposto Obama, vogliono “giocare alla politica” nella speranza “di farmi a pezzi”.