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Marocco sequestra giornali

Il governo francese protesta

Dario Mazzocchi
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Un sondaggio poco gradito sull'operato del governo, al punto che il giornale che lo ha pubblicato è stato sequestrato. È la sorta alla quale sono andati incontro il quotidiano francese Le Monde e il settimanale TelQuel che ieri hanno fatto sparire dalle autorità marocchine dopo aver pubblicato in prima pagina il sondaggio realizzato con il settimanale locale TelQuel sul bilancio dei primi dieci anni di regno di Mohammed VI (nella foto). Oggi è arrivata la protesta del governo francese. Risultato positivo, ma non troppo - Il giornale marocchino e la sua versione in arabo, Nichane, sono stati proibiti in Marocco e le 100mila copie distrutte, malgrado i risultati siano favorevoli al sovrano: il 91% dei marocchini intervistati giudica infatti positivo o molto positivo l'operato del re. “Siamo molto sorpresi per questa decisione che biasimiamo, siamo particolarmente attaccati alla libertà d'espressione protetta dal Patto internazionale delle Nazioni unite relativo ai diritti civili e politici firmato anche dal Marocco, e al suo corollario, la libertà di stampa”, ha dichiarato un portavoce del ministero degli esteri francese. L'avvertimento - Il sequestro di Le Monde era annunciato: il ministro della Comunicazione e portavoce del governo Khalid Naciri aveva infatti avvertito che chiunque avesse pubblicato il sondaggio avrebbe avuto “lo stesso trattamento” di TelQuel e Nichane, il cui gruppo ha presentato ricorso presso il tribunale amministrativo di Rabat. Se conferma la popolarità di Mohammed VI, il sondaggio evidenzia anche alcune critiche sul bilancio della lotta contro la povertà e sulla promozione dei diritti delle donne voluta dal re. La rivista denuncia - Il gruppo editoriale TelQuel è partito al contrattacco con una denuncia al tribunale di Casablanca. Ma l'esecutivo non è intenzionato a fare marcia indietro. Sempre il ministro della Comunicazione Khalid Naciri ha dichiarato che “la monarchia non è un'equazione e non può essere oggetto di dibattito neppure attraverso i sondaggi”. Una condanna sul sequestro dei giornali è stata espressa dal Sindacato della stampa marocchina e da Reporters sans frontieres.

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