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Lockerbie, Brown alla Libia

"Rabbia e disgusto"

Dario Mazzocchi
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Con una settimana di ritardo, anche Gordon Brown ha alzato a suo modo la voce nei confronti di Tripoli per l'accoglienza riservata a Abdelbaset Ali Mohmed al Megrahi, l'attentatore di Lockerbie. Il primo ministro britannico ha rotto il silenzio, dichiarando di essere “arrabbiato” per le scene di giubilo che hanno accompagnato l'arrivo dell'aereo che trasportava il terrorista, detenuto nelle carceri scozzesi e “graziato” dal ministro alla Giustizia di Edimburgo, Kenny MacAskill. Ma il dibattito Oltremanica non si è spento, anzi: Brown è al centro – nuovamente – di aspre critiche. Solo lunedì, infatti, è stato accusato di “vigliaccheria” per essere rimasto in silenzio nelle ore che hanno accompagnato la liberazione di al Megrahi. Brown si trovava in vacanza nella sua regione di origine, la Scozia. E invece di intervenire sulla questione, ha scritto una lettera per congratularsi con Andrew Strauss, il capitano della nazionale britannica di cricket per aver vinto The Ashes, lo storico torneo disputato dall'Inghilterra e l'Australia. Pressioni dal governo - Nel frattempo MacAskill ha fatto sapere che ben presto renderà pubbliche le motivazioni che lo hanno portato a concedere la grazia al terrorista libico, sottolineando che da parte del governo londinese sono arrivate pressioni perché la cosa non fosse fatta prima. Un portavoce del ministro scozzese che, rendendo pubbliche le motivazioni, si dimostrerà come MacAskill abbia preso la giusta decisione, quella di permettere ad al Megrahi di tornare in patria. Dove lo attendevano una folla festante e bandiere scozzesi al vento.

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