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Lubna, multa per i pantaloni

"Piuttosto vado in galera"

Albina Perri
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Vittoria a metà per Lobna Ahmed Al Hoseini. La giornalista sudanese sotto processo in Sudan per avere indossato pantaloni in pubblico, è stata sì condannata per aver portato i pantaloni. Ma a 200 dollari di multa e non alle 40 frustate. Lei, però, si ribella alla decisione. Non pagherà, dice. Piuttosto andrà in carcere. Un funzionario che ha assistito al processo, a a porte chiuse, ha detto che la giornalista «è stata dichiarata colpevole» e «condannata a una multa di 500 sterline (sudanesi, 209 dollari). Lobna non accetta comunque la sentenza e preferisce andare in carcere. «Non pagherò, vado in prigione» ha detto alla France Presse la giornalista. Una sfida da donna libera. “Non ho paura di essere frustata. Sono pronta a subire anche più di 40 frustate purché tutti sappiano cosa succede a Khartoum”. A parlare è Lubna Ahmed Hussein, giornalista sudanese ed ex impiegata dell'Onu, arrestata in Sudan il 3 luglio scorso perché indossava i pantaloni. L'articolo 152 del codice penale sudanese giudica “indecente” che le donne indossino i pantaloni, spiega Lubna in un'intervista a Repubblica. “La condanna consiste in 40 frustate o nel pagamento di una multa o in entrambe”. “Dal 1991 a oggi - racconta la giornalista, che si è licenziata dall'Onu per rinunciare all'immunità - almeno 20 mila donne sono state arrestate” in base a questa legge, ma “nessuna di loro ne parla e nessuno lo sa”. La repressione - Arrestati dalla polizia sudanese 43 tra giornalisti e attivisti che si erano radunati questa mattina di fronte al Tribunale di Khartoum, dove é ripreso il processo nei confronti di Loubna Ahmed al-Hussein, la giornalista che rischia la condanna a 40 frustate per avere indossato i pantaloni. Lo ha riferito la tv satellitare araba al Jazeera.

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