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Le Monde sfrutta i lavoratori africani, imbarazzo per il giornale di sinistra: "Pagati poco e senza strumenti di sicurezza, roba da pazzi"

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Gli operai africani che lavorano alla nuova sede di Le Monde

Mauro Zanon
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«Sono stufo, lavoriamo come animali. Essere pagati così poco, in contanti, è una roba da pazzi». Sono le parole di Siku, originario del Mali, sans-papiers, che assieme a una cinquantina di lavoratori africani sta ultimando la costruzione della nuova sede di Le Monde, il grande quotidiano della gauche parigina, che entro poco traslocherà tutti i suoi giornalisti in un edificio futurista vicino alla stazione ferroviaria Gare d' Austerlitz, nel sud-est di Parigi. Il problema, appunto, è che le condizioni di lavoro di Siku e degli altri lavoratori, principalmente originari del Mali, del Senegal, della Guinea e della Costa d' Avorio, sono ai limiti dello schiavismo, dato che vengono pagati 40 euro al giorno (o a notte), spesso lavorano oltre le sette ore previste dalla legge, e le condizioni in cui sono stati "assunti" sono tutt' altro che regolari. «Non abbiamo mascherine, non abbiamo guanti e non abbiamo gilet di sicurezza. A volte lavoriamo di notte per 40 euro e gli straordinari ci vengono pagati 5 euro all' ora. Tutto questo 7 giorni su 7 senza riposo domenica e lunedì. E se un giorno non veniamo, il capo minaccia di cacciarci. Siamo nel Ventunesimo secolo, lo schiavismo è finito», ha attaccato Lamine Mohamed Touré, 26enne, nato in Guinea, sbarcato in Francia quattro anni fa e sballottato da un cantiere all' altro senza un contratto regolare.


RESPONSABILITÀ
 Lui e gli altri ragazzi sans-papiers sono "dipendenti" di Golden Clean (che si occupa delle pulizie) e di Cicad (che gestisce il cantiere), a cui Eiffage, colosso delle costruzioni francese, ha subappaltato i lavori per conto di Le Monde. «La responsabilità sociale è del Monde», ha attaccato il sindacato Cnt-So. «Questa impresa, Eiffage, non fornisce né la busta paga né l' equipaggiamento per lavorare in sicurezza. Si permette di fare questo perché sono dei sans-papiers. Sembra di vivere come tre, quattro secoli fa!», ha tuonato Étienne Deschamps, giurista presso la Cnt-so. «Vogliamo la regolarizzazione e un aumento dei loro salari. Pagare 40 euro la giornata o la notte di lavoro, andando spesso oltre le sette ore effettuate, non è normale», ha aggiunto. La scintilla che ha fatto perdere la pazienza alla cinquantina di lavoratori africani letteralmente sfruttati da Eiffage è scattata dieci giorni fa, quando la società ha chiesto loro di fare altri straordinari e loro si sono rifiutati. «Il patron ha minacciato di cacciarci. Ci siamo detti che dovevamo rivendicare i nostri diritti», hanno raccontato. Così, giovedì, all' alba, hanno deciso di occupare la futura sede del giornale della sinistra benpensante francese, gridando il loro malcontento per il trattamento subito.


LO SCONTRO
«Il fatto di inaugurare questa sede con dei lavoratori senza documenti regolari, è qualcosa di altamente simbolico», ha commentato Deschamps della Cnt-So.
Dopo un incontro di più di cinque ore tra Louis Dreyfus, presidente del direttorio di Le Monde, e i rappresentanti di Eiffage, Golden Clean, Cicad, dell' Ispettorato del lavoro e dei lavoratori coinvolti nella vicenda, è stato firmato un «protocollo di uscita dalla crisi», con l' impegno a regolarizzare la loro situazione e a fornire le buste paga. «Ma restiamo vigilanti», hanno commentato i lavoratori.

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