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Iran, cortei, scontri e arresti

Aggrediti Moussavi e Khatami

Silvia Tironi
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Ancora manifestazioni. Ancora gente in piazza. Ancora scontri. Sono decine di migliaia i manifestanti sostenitori dell'oppositore moderato iraniano Mir Hossein Mussavi scesi nelle strade a Teheran. I dimostranti, tra cui un elevato numero di donne, e in gran parte giovani, hanno scleto dirinnovare le proteste contro l'esito delle discusse presidenziali del 12 giugno, che sancirono la conferma in carica di MahmoudAhmadinejad, ma che da più parti sono state condannate come viziate da pesanti brogli. E hanno scelto come data l'annuale manifestazioni contro Israele. I riformisti temono che alla fine delle celebrazioni perla Giornata di Gerusalemme le autorità possano decidere di far scattare lemanette anche per Moussavi e l'altro esponente riformista Mehdi Karrubi. La manifestazione, tutt'altro che pacifica, si è presto trasformata in veri e propri scontri con le forze militari iraniane: ci sono stati alcuni arresti, almeno dieci. Al momento si contano due feriti tra i dimostranti. "Le forze di sicurezza hanno appena arrestato dieci persone. Stanno spingendo i manifestanti e percuotendoli", ha raccontato un testimone. L'ex presidente riformista Mohammad Khatami è statocostretto a lasciare la manifestazione in seguito aun'aggressione per mano di ignoti. È quanto ha riferito il sito riformista'Parlemaan', secondo il quale gli aggressori avrebbero fatto cadere a terrail turbante di Khatami e gli avrebbero lacerato i vestiti. Voci riferite daiblogger iraniani testimoni dell'evento sul social network 'Twitter'riferiscono che l'attacco a Khatami è stato condotto da alcuni uomini vicinial figlio del direttore del quotidiano ultraconservatore 'Kayhan', HosseinShariatmadari.Alcuni manifestanti hanno risposto agli aggressori difendendoKhatami, che non ha riportato né ferite, né traumi. Dopo aver aggredito fisicamente l'ex presidente dell'Iran, un manipolodi fedelissimi del regimedegli ayatollah ha assaltato l'auto del leader dell'opposizione, MirHossein Moussavi, costringendolo a fuggire e a abbandonare lecelebrazioni. Una vasta folla ha accolto lui e le sue guardie del corpoal grido di "Morte a Moussavi,l'ipocrita!". Poi i facinorosi hanno preso a vibrare calci contro lavettura e pugni sui vetri dei finestrini, imponendo all'autista diallontanarsiprecipitosamente. Scontri si stanno verificando tra riformisti e forzepara-militarinelle città iraniane di Mashhad e Tabriz. Secondo l'emittentesatellitare 'al-Arabiya' gli scontri più violenti si registrano a Tabriz, cheè la più grande città nell' Iran nordoccidentale, nonché roccaforte di MirHussein Mousavi. Inoltre testimoni sostengono di aver udito colpi d'arma dafuoco nella città di Qom, centro del clero sciita, anche se non sono chiarele dinamiche di quanto accaduto. Altri scontri sono stati registrati aEsfahan e Teheran.In occasione della giornata mondiale di Gerusalemme, chesi sta svolgendo oggi in Iran per ricordare la questione palestinese, imilitanti riformisti hanno deciso di scendere in piazza nelle più importanticittà del paese. E violenti scontri sono scoppiati nella cittàiraniana di Esfahan tra gruppi di manifestanti riformisti e le milizie Basij,fedeli al governo di Mahmoud Ahmadinejad. Secondo'al-Arabiya', gli scontri si registrano in particolare nella piazza dellaRivoluzione dove elementi della sicurezza sono intervenuti lanciandolacrimogeni per disperdere i manifestanti. Ahmadinejad : Israele è alla fine - "L'Olocausto è stata solo un pretesto per occupare la terra palestinese". È con queste parole che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha aperto il suo discorso in occasione della giornata di Gerusalemme che si sta celebrando in Iran a sostegno dei palestinesi. Il leader sferra ancora un ennesimo attacco contro Israele. "Dopo la secondo guerra mondiale, i sionisti hanno approfittato del fatto che i musulmani hanno trascurato il problema ed hanno occupato la terra palestinese - ha affermato - i britannici hanno poi spinto gli ebrei ad occupare quella terra insieme ad altri paesi europei". Ahmadinjad è poi tornato a mettere in dubbio l'Olocausto. "I sionisti - ha incalzato - hanno prodotto film e libri per dire che la Palestina era la terra promessa e hanno portato avanti una guerra psicologica per poi dire, dopo la Seconda Guerra Mondiale, che erano state vittime del cosiddetto Olocausto. Essendo quindi stati vittime di una ingiustizia sostenevano di avere il diritto ad una terra".

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