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Coronavirus, In Italia indice di contagio 0,8, in Germania allo 0,7 e riaprono tutto

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 In Germania sono ottimisti sulle misure che il governo ha intrapreso per l'emergenza di coronavirus. "L' epidemia  è di nuovo controllabile e più gestibile di prima". Lo dice il ministro della Salute, Jens Spahn, spiegando la vera motivazione dietro la decisione delle autorità federali di mettere in calendario una serie di prudenti riaperture, dai piccoli negozi alle scuole. Lo scrive il Corriere della sera. Il tasso di riproduzione del virus, (tecnicamente l' R0, cioè il numero di persone che ogni infettato contagia) è calato in Germania da 1 a 0,7 in pochi giorni (in Italia è lo 0.8%). Questo non significa che il numero dei contagi e soprattutto quello dei decessi non continui ad aumentare: i casi ufficiali di coronavirus in Germania hanno superato quota 138 mila e quello dei morti quota 4 mila, ma registra oggi un numero di guariti maggiore rispetto a quello dei casi attivi.

 

 

Ed è curioso, fa notare il quotidiano, che la Germania è il Paese europeo che avrebbe esportato per la prima volta il coronavirus in Italia; ma adesso è il Paese che per primo annuncia, se non la sconfitta, almeno il «contenimento» del virus. Le differenze le spiega Carlo Signorelli, professore di Igiene e Sanità pubblica all' Università Vita e Salute del San Raffaele di Milano. "In Germania si sono infettate persone relativamente giovani, dove la letalità della malattia ( cioè la capacità di uccidere chi è colpito dall' infezione , ndr ) è bassa e a differenza che in Italia, non esiste quella vicinanza fra nonni e nipoti, tipica del nostro Paese e questo ha limitato il contagio. E sui tamponi  in Germania sono stati fatti anche a persone asintomatiche. Così si sono potuti trovare e tracciare le persone portatrici del virus. E i loro contatti. Isolarle, ma anche ricoverarle prima"

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