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Il Papa apre agli anglicani:

sacerdozio per chi è sposato

Silvia Tironi
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I chierici anglicani sposati che intendano riunirsi alla Chiesa di Roma potranno, secondo la Costituzione apostolica messa a punto da Benedetto XVI, essere ordinati sacerdoti cattolici. Lo ha affermato il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, card. William Levada, illustrando i contenuti di una Costituzione apostolica messa a punto da papa Benedetto XVI per favorire il rientro in ''piena comunione” con Roma degli anglicani che lo desiderino. L'imminente pubblicazione della Costituzione apostolica, un fatto eccezionale per la Chiesa cattolica e che potrebbe teoricamente costituire un modello per il rientro di altre comunità scismatiche, come i lefebvriani, è stata annunciata questa mattina nel corso di un incontro con il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, card. William Jospeh Levada, e il segretario della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, Joseph Augustine Di Noia, svolto questa mattina nella sala stampa della Santa Sede. ''Con la preparazione di una Costituzione Apostolica – ha precisato la sala stampa vaticana in una nota - la Chiesa Cattolica risponde alle numerose richieste che sono state sottoposte alla Santa Sede da gruppi di chierici e fedeli anglicani provenienti da diverse parti del mondo, i quali desiderano entrare nella piena e visibile comunione”. ''In questa Costituzione Apostolica - aggiunge la nota – il Santo Padre ha introdotto una struttura canonica che provvede ad una tale riunione corporativa tramite l'istituzione di Ordinariati Personali, che permetteranno ai fedeli già anglicani di entrare nella piena comunione con la Chiesa Cattolica, conservando nel contempo elementi dello specifico patrimonio spirituale e liturgico anglicano''.''Secondo il tenore della Costituzione Apostolica la sorveglianza e guida pastorale per tali gruppi di fedeli già anglicani sarà assicurata da un Ordinariato Personale, di cui l'Ordinario sarà usualmente nominato dal clero già anglicano''. ''La Costituzione Apostolica che sarà presto pubblicata - conclude la nota - rappresenta una risposta ragionevole e perfino necessaria ad un fenomeno globale, offrendo un unico modello canonico per la Chiesa universale adattabile a diverse situazioni locali e, nella sua applicazione universale, equo per i già anglicani”. Williams: "Decisione del Papa non è rottura" - "Quello che accade oggi non è un elemento di rottura nei rapporti tra le nostre comunioni". Lo ha detto il primate anglicano Rowan Williams commentando ai microfoni della Radio Vaticana l'annuncio della prossima pubblicazione della Costituzione Apostolica con la quale Benedetto XVI fissa i criteri per accogliere i gruppi anglicani che vogliono entrare nella piena comunione con Roma. Lo stesso Williams, come è noto, ha firmato una dichiarazione congiunta con il primate cattolico inglese, l'arcivescovo di Westminster Vincent Gerard Nichols, nella quale afferma che "l'annuncio di questa Costituzione Apostolica pone fine ad un periodo di incertezza per questi gruppi che hanno nutrito speranze di nuove vie per abbracciare l'unità con la Chiesa cattolica". In proposito è da sottolineare anche una battuta del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che ha tenuto a smentire la notizia secondo la quale il primate anglicano sarebbe stato avvertito appena due giorni fa dell'iniziativa del Papa. E a Londra, incontrando i giornalisti insieme al primate cattolico, Rowan Williams ha sottolineato oggi l'importanza di lavorare insieme con la Chiesa Cattolica: "Prima di tutto - ha scandito - voglio dire quanto sono riconoscente dell'opportunità di essere insieme a voi, questa mattina, per commentare insieme l'annuncio che viene da Roma. Il fatto stesso che siamo in grado di farlo, ancora una volta, insieme è importante di per sé: ci dice che gli argomenti e le domande che ogni Chiesa cristiana si trova a dover affrontare, in questo momento, riguardano in realtà tutti noi. E noi crediamo che non ci sia nulla da guadagnare nell'ottenere punti a svantaggio dell'altro o di lavorare separatamente quando si può lavorare insieme". Secondo il dottor Williams, "il lavoro svolto dalla Commissione internazionale 'Arcic' in tanti anni, e il lavoro svolto più recentemente nella Commissione internazionale sull'unità e la missione tra le nostre Chiese, è consolidato come fondamento per la prosecuzione delle nostre relazioni". "Questo lavoro - ha affermato - come ama dire il cardinale Cormac Murphy-O'Connor, già arcivescovo di Westminster, lo abbiamo ormai messo in banca. E mentre stiamo parlando, continuano i preparativi per ulteriori colloqui informali della prossima tornata di discussioni in seno alla Commissione. Ecco - ha rilevato Williams - questo è un filone destinato a continuare". "Trovo molto interessante nella Costituzione proposta e nelle idee che ci sono dietro – ha rimarcato il primate Williams - che essa stessa è un ulteriore prodotto degli anni di colloqui e preghiera che abbiamo fatto insieme. La Costituzione rappresenta infatti il riconoscimento, cioè che ci sono elementi del patrimonio anglicano che non rappresentano alcun problema per la Chiesa Cattolica". Così per il primate anglicano, da parte del Papa "c'è l'ammissione che esiste qualcosa di profondamente comune. E questo è un aspetto per il quale dobbiamo essere riconoscenti. Penso - ha concluso l'arcivescovo di Canterbury - che sia molto importante per noi, per la Comunione Anglicana, essere riconoscenti per quello che è stato raggiunto, riconoscere che esiste la conferma di una solida eredità comune, che la volontà di continuare nelle nostre relazioni e nei nostri colloqui è immutata, e quindi ammettere che non sappiamo esattamente quale sarà il risultato finale nei contesti specifici, in particolare in Inghilterra e nel Galles".

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