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Coronavirus, il caso-Balcani spaventa: stato d'emergenza e nuovo lockdown a Belgrado

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Tensione in Serbia per l'epidemia Coronavirus che non sembra cessare. Dopo il coprifuoco 24 ore su 24 di aprile a Belgrado tornano le restrizioni. Le autorità municipali di Belgrado hanno proclamato oggi la "situazione di emergenza"nella capitale serba, principale focolaio della nuova ondata di contagi da coronavirus. 

La paura di aumento dei contagi  per ora la chiusura  si limita l'orario di apertura di locali notturni, bar, caffè e ristoranti, che dovranno restare chiusi dalle 23 alle sei del mattino. Raduni e assembramenti saranno consentiti per un massimo di 100 persone al chiuso, con mascherina e distanza fisica di 1,5 metri, e 500 all'aperto. E sarà obbligatorio portare la mascherina sui mezzi pubblici e in tutti i luoghi al chiusoi. 

In Serbia, dopo un periodo di progressivo calo dei contagi e l'allentamento quasi completo delle restrizioni, da diversi giorni è in atto una forte ripresa dei casi di coronavirus. Prima di Belgrado, la 'situazione di emergenzà era stata imposta in altre città principali focolai quali Novi Pazar, Vranje, Kragujevac, Tutin. 

 

 

Secondo quanto riporta l'emittente "Rts", la decisione è stata presa su proposta dell'Unità di crisi del governo serbo contro il Covid-19. Lo stato d'emergenza entra in vigore a partire dalla giornata di oggi. In precedenza il sindaco  Zoran Radojicic, ha spiegato che oltre l'82 per cento dei casi Covid in Serbia si trova nella capitale.

In Serbia i nuovi contagi da coronavirus, che nelle ultime 24 ore sono stati 359, con il totale salito a 15.195. Vi sono stati da l'altro ieri altri sei decessi, cheportano a 287 il numero delle vittime.  Nel Paese balcanico, che nelle scorse settimane aveva registrato un calo progressivo della diffusione del virus, cresce anche il numero dei pazienti in terapia intensiva, che sono a ieri 81.

Intanto a nord di Sarajevo continuano ad arrivare bare vuote dal confine, anche se gli amministratori minimizzano "normale ruotine". Esatto opposto di quanto accade a Novi Pazar a pochi chilometri dal confine con Kosovo dove è scattato l'allarme perché non ci sono le bare per inumare i deceduti.

In Montenegro, dove nelle scorse settimane si era proclamata la fine dell'epidemia di coronavirus dopo 28 giorni di zero contagi e zero decessi, sono alle prese con una seconda ondata del covid-19. Ieri i nuovi casi sono stati 40, con il totale salito a 292, mentre i decessi sono stati finora tre. L'epidemia sta avendo conseguenze pesanti sul turismo, principale industria del piccolo Paese balcanico affacciato sull'Adriatico, con cali in arrivi e prenotazioni che superano il 70%. 
 

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