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Muore l'assistente di Hitler

Non si era mai pentito

Carlotta Clerici
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Muore a 96 anni l'ultimo assistente personale di Adolf Hitler ancora in vita: Fritz Darges. Aggrappato al mito del suo Fuherer, cui fu vicinissimo, Darges, in una intervista rilasciata qualche anno fa alla stampa tedesca, rispose di non essere pentito di nulla. Avrebbe fatto tutto allo stesso modo, oggi? “Sì – fu la risposta – il nostro sogno era costruire un grande impero tedesco”. Vedovo da tre anni, Darges viveva a Celle, nella Bassa Sassonia, ormai in pessime condizioni di salute, da solo. Era costretto su una sedia a rotelle, ci sentiva pochissimo, ed era praticamente cieco. Sulla sua funzione, nel regime, fu lui stesso a chiarire: “Mi occupavo del programma giornaliero del Fuehrer, dovevo essere sempre là con lui”. A partire dal 1939 fu addetto alle questioni più delicate della vita del dittatore. Fra le testimonianze raccolte dalla sua stessa voce, anche quella di una singolare infatuazione di cui fu oggetto: “Mi dissero che la sorella di Eva Braun (l'ultima moglie di Hitler) era interessata a me, ma io non avevo intenzione di diventare il cognato del Fuehrer”.

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