Svizzera, doppio referendum
contro armi e minareti
Sono chiamati ad esprimersi su due temi delicati econ forti ripercussioni a livello sociale i cittadini svizzeri, che domani sipronunceranno su divieto di costruzione di nuovi minareti e divieto di esportazionidi armi. Gli analisti prevedono la bocciatura di entrambe le proposte. Il primoreferendum riguarda la proposta di vietare l'edificazione di altri minaretioltre ai quattro già esistenti sul territorio elvetico. I parlamentaridell'estrema destra (Udc e Udf), che hanno promosso l'iniziativa, sono riuscitia raccogliere le 100mila firme minime necessarie sottoporla a referendum.Trattandosi di una modifica costituzionale, per la sua approvazione sarànecessaria la doppia maggioranza del popolo e dei cantoni. Il comitato sostiene che il minareto quale edificio"non ha alcun carattere religioso" ma è piuttosto "un simbolo diun imperialismo politico-religioso. Tanto il Governo che la maggioranza deiparlamentari si sono detti contrari all'iniziativa e ritengono invece che unsimile divieto non possa che esacerbare le relazioni con la comunità islamicapresente nel Paese (tra le 350 e le 400mila persone). L'altro referendum riguarda le esportazioni di armi,un argomento sul quale gli svizzeri sono stati chiamati già due volte adesprimersi, bocciando la proposta di vietarlo, l'ultima volta nel 1997 con il77,5% dei voti. Secondo le statistiche della Segreteria di Stato dell'economia,l'anno scorso la Svizzeraha esportato materiale bellico in 72 paesi per un totale di quasi 722 milionidi franchi. Le esportazioni di materiale bellico nel 2008 costituivano lo 0,33%del volume complessivo delle esportazioni svizzeri.