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Jair Bolsonaro a Libero, "ma le prove dove sono?": la fucilata alla sinistra che gli dà del dittatore

Jair Bolsonaro

Serenella Bettin
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Scortati dalla polizia brasiliana e dalle guardie del corpo verde-oro, entriamo dentro Villa Arca del Santo, residenza veneta ad Anguillara, dove c'è il presidente Jair Bolsonaro. Libero è l'unica testata italiana a entrare. I cancelli dietro di noi si chiudono. Bolsonaro è al piano terra, all'ingresso. Video, foto, selfie, microfoni di tv e stampa brasiliana. Ha appena ricevuto  la cittadinanza onoraria da parte del sindaco leghista di Anguillara, Alessandra Buoso. La cittadinanza era stata votata in Consiglio comunale. La famiglia di Jair Bolsonaro infatti è originaria di Anguillara, il suo bisnonno paterno è nato qui, il cognome in origine era Bolzonaro, poi diventato Bolsonaro per la commistione con la lingua portoghese, è scritto anche su un'epigrafe in centro. Fuori dalla villa, ad attendere il capo di Stato ci sono i suoi fan. Famiglie, donne, bambini, anziani anche in sedia a rotelle, tutti con le bandiere verde-oro.

"Bolsonaro! Bolsonaro! Bolsonaro!", intonano in coro. È un tripudio di festa, canti, musica. Hanno il sangue caliente, i brasiliani, come testimonia quella donna che nella sala da pranzo intona i canti popolari del Veneto suonando la fisarmonica. Qui ci sono circa 200 invitati. Alla tavolata principale siedono Bolsonaro, i suoi ministri, i sindaci veneti, i consiglieri regionali, i parlamentari ed europarlamentari, e le forze dell'ordine. E poi due tavole più piccole ai lati. È un mescolamento di tradizioni, lingue, suoni, sapori. Il dialetto veneto che si mescola col portoghese, l'italiano, con gli echi dell'accento del Sud dei nostri carabinieri.

 

 

Prima di iniziare a mangiare, la preghiera del Padre Nostro viene recitata in italiano e in portoghese. Il pranzo è semplice e contadino. Vengono serviti i prodotti tipici. Antipasto alla veneta, "sopressa", ossocollo, gnocchi al ragù d'anatra, spezzatino con fagioli, polenta, baccalà e insalatina. Per dolce uno gnocco con le patate americane, il prodotto tipico di Anguillara, questa terra immersa nella nebbia, zolla estrema della provincia di Padova. Bolsonaro a volte sguardo pensieroso, a volte sorridente, parla con tutti. Si fa le foto con i bambini, mentre in Prato della Valle a Padova i buontemponi dei centri sociali perdono tempo a inscenare proteste. Un clima instaurato e alimentato dalla sinistra «che va avanti da dieci giorni ed è una vergogna», ci dice il consigliere regionale Luciano Sandonà.

Ma ieri mattina ad attendere Bolsonaro in comune, c'erano tanti brasiliani residenti in Veneto, che tifavano per questo presidente che indossa un giubbino semplice, che scherza mentre mangia e che nelle vene ha il sangue dei veneti. In cima alla tavola infatti il vino rosso di Bagnoli. Avviciniamo Bolsonaro per fargli alcune domande con una interprete. Il colonnello vestito di verde che lo accompagna ci toglie dalla lista le domande di politica su Biden, Trump, Salvini e Meloni. Bolsonaro prima ci scruta, ci risponde cauto. E poi diventa un fiume in piena. Parliamo di tradizioni, di economia, di Amazzonia, di Covid.

 

 

Quali tradizioni italiane sono rimaste nella sua famiglia?
«Un settimo della popolazione brasiliana è di origine italiana. Quello che è rimasto di più è soprattutto la religiosità».

Come si posiziona il Brasile economicamente? È possibile investire lì?
Ci sono centinaia di aziende italiane in Brasile, responsabili di migliaia di posti di lavoro diretti. In Brasile c'è ancora posto, c'è sempre posto, i nostri Paesi sono complementari e io sono il biglietto da visita. Cerchiamo di approfondire i rapporti, qui con me ho cinque ministri, anche il ministro dell'Economia».

Cosa vuole dire a quella famiglia veneziana vittima di Cesare Battisti?
«Ho seguito questo fatto in Brasile quando lui è stato arrestato e trovato. Però lui era amico delle autorità del partito dei Lavoratori in Brasile e il presidente Lula ha fatto di tutto per tenerlo lì. Lula ha lasciato Battisti in Brasile. Quando sono stato eletto lui è scappato. Poi abbiamo fatto in modo che lui fosse portato vivo in Italia e infatti ora è qui arrestato».

 

 

Che effetto le fa aver ricevuto questa cittadinanza onoraria?
«Avrà visto sicuramente dal mio viso. Non sono riuscito a trattenere le lacrime. È emozionante vedere tutta una famiglia allargata condividere tutto ciò. Per gli italiani che sono andati in Brasile non è stato facile, i miei nonni mi hanno raccontato. Però si sono adattati e la comunità italiana ora è davvero felice in Brasile».

Come risponde alle critiche sull'Amazzonia e qual è il suo impegno per il clima?
«Ci sono tante bugie e tante critiche arrivano soprattutto dalla Francia. Noi abbiamo solo l'8% del nostro territorio dedicato all'agricoltura e riusciamo a mantenere più di un miliardo di persone in tutto il mondo. L'Amazzonia è una foresta umida. È più grande di tutta l'Europa occidentale, ora può capire la difficoltà nel gestire e nel preservare e nel fare qualsiasi attività, però malgrado la mancanza di piogge e la siccità il livello di disboscamento è stato ridotto, tant'è che la stampa ha smesso di criticarci su questo. Io conosco l'Amazzonia».

Come risponde alle critiche sulla gestione del Covid?
«Il Brasile ha gestito bene la pandemia di Covid 19. Noi come governo centrale abbiamo dato più di 100 miliardi di dollari ai governatori degli Stati e ai sindaci dei comuni. Naturalmente abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare e abbiamo investito nell'autonomia dei medici perché potessero dare la medicina giusta. Io ho preso l'idroclorochina e tutti quelli che hanno preso l'idroclorochina non hanno avuto problemi. Io sono guarito e ci sono tante persone come me, però hanno fatto delle azioni politiche, mi hanno accusato di aver ucciso migliaia di persone, hanno fatto delle indagini, hanno cercato dappertutto, ma non hanno trovato nulla. Il problema loro è che noi governiamo con onestà. Tre anni fa in Brasile avevamo due, tre casi di corruzione a settimana. Ora no. Mi accusano di tante cose ma non riescono a provare nulla».

Il tempo è scaduto. Lo staff lo spinge fuori, è tempo di uscire a fare le foto con chi è venuto a sostenerlo. Il consigliere Sandonà gli consegna la bandiera storica "contarina del Veneto". Poi alla fine, Bolsonaro si alza e da solo va alla finestra. Respira l'aria, quella umida della campagna veneta, quella che ti penetra dentro le ossa. Rimane così pochi attimi. Le braccia alzate al cielo.

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