a un anno da capitol hill

Joe Biden, "defecano nei corridoi": perde il controllo contro Trump, la conferenza stampa che scuote gli Usa

È passato un anno dall'assalto del 6 gennaio 2021 al Capitol Hill. Per l'occasione il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e la sua vice, Kamala Harris, hanno attaccato il predecessore. A Donald Trump Biden ha attribuito le colpe dell'assalto. In particolare per il presidente statunitense sono tre le responsabilità: "L’enorme bugia - ha esordito - che l’ex presidente e i suoi continuano a ripetere è che l’insurrezione è avvenuta non quel giorno, ma il giorno delle elezioni. Non è così: in quel giorno è stato compiuto da milioni di americani il più alto gesto della democrazia. La verità è che le elezioni sono state la più grande manifestazione di democrazia mai vista in questo Paese, perché il più alto numero di statunitensi decise, quel giorno, di votare, nonostante la pandemia. In questo momento, in molti Stati, vengono votate leggi non per proteggere la democrazia, ma per impedire a persone di votare. L’ex presidente e i suoi supporter hanno capito che l’unico modo per loro per vincere è impedire alle persone di votare: è un comportamento non democratico, e antiamericano".

Poi è stata la volta della seconda "grande bugia". Ancora una volta Biden è tornato sul tema "elezioni", aggiungendo che il risultato può essere considerato "affidabile" e non il contrario come invece sostiene Trump. Infine, la terza bugia. Ossia quella "che i manifestanti siano i veri patrioti. È quello che pensate, se guardate a quella devastazione, a quelle persone che hanno, letteralmente, defecato nei corridoi del Congresso? Non erano al servizio dell’America, erano al servizio di una sola persona".

 

 

Dure accuse, quelle del presidente Usa, a colui che avrebbe creato "una rete di bugie e le ha diffuse. Ha cercato di riscrivere la storia. E visto che non ha mai accettato di aver perso, ha posto il suo interesse personale di fronte a quello della nazione. Per Trump, il suo ego ferito conta più della nostra democrazia o della nostra Costituzione".