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Green pass, "pronti ad abolirlo dal 26 gennaio": la decisione che stravolge la guerra al Covid

 Green pass

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Boris Johnson fa ancora di testa sua e, dopo aver introdotto il Green pass prima di Natale, è pronto a revocarlo. Il certificato verde, va detto, era stato introdotto a Londra solo per l'accesso alle discoteche e ai grandi eventi, ma sarà con ogni probabilità abolito il 26 gennaio, quando il governo rivedrà le disposizioni in vigore contro il Covid. Nel mirino, sono le indiscrezioni del Corriere della Sera, ci finisce anche lo smart working. L'unica restrizione che dovrebbe rimanere invariata sarà l'uso delle mascherine al chiuso. 

 

 

Al Regno Unito il Green pass non è mai andato giù. Con l'annuncio del suo via libera il mese scorso, erano stati ben cento i deputati, tutti conservatori, a opporsi. La misura era infatti passata per il rotto della cuffia grazie ai laburisti (anche i liberal-democratici avevano votato contro). Complice, è l'analisi del Corsera, il fatto che il Regno Unito è un Paese in cui non esiste neppure la carta d'identità, anch'essa considerata una violazione della libertà individuale, e dove non ti chiedono di identificarti neppure quando vai a votare al seggio elettorale. Figuriamoci, dunque, come può essere presa l'introduzione di un pass per muoversi dentro e fuori le città e dentro e fuori le attività quotidiane.

 

 

A incentivare un nuovo allentamento delle misure contro il virus i numeri. Nella giornata di ieri, giovedì 13 gennaio, i i nuovi casi sono scesi sotto 120 mila e il numero dei ricoverati è calato a 16.700. Per questo, spiega una fonte al Times, "data la direzione in cui vanno i casi, sarà difficile giustificare la proroga del Green pass". Non solo, perché tra le motivazioni della retromarcia di BoJo, l'indebolimento sul piano politico. Il premier è stato fortemente minato dalla gestione della pandemia e dagli ultimi scandali, il cosiddetto "Partygate" (qui quanto accaduto). 

 



 

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