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Alisher Usmanov, vendetta contro l'oligarca russo: ecco che fine fa il suo yacht da 600 milioni

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Le sanzioni annunciate dall'Unione europea iniziano a fare effetto. A pagare il caro prezzo della vicinanza a Vladimir Putin, Alisher Usmanov. L'oligarca russo si è visto sequestrare lo yacht da 600 milioni. Stando a quanto riportato da Forbes, l'imbarcazione da 512 piedi (156 metri), si trovava in un cantiere nel porto di Amburgo fin dallo scorso ottobre. Qui, a bordo di Dilbar, lavoravano circa cento uomini di equipaggio per gestire le 12 suite e i suoi 24 passeggeri. Al cantiere tedesco Lürssen ci sono voluti oltre 52 mesi di lavoro per mettere in acqua quello che fu definito "uno dei più complessi e sfidanti yacht di sempre, sia per le dimensioni che per la tecnologia".

 

 

Il provvedimento tedesco arriva dopo l'annuncio da parte dell'Ue di nuove sanzioni, che - tra le altre cose - prevedono il congelamento dei beni. Una risposta all'invasione di Putin dell'Ucraina e che vede coinvolti i suoi fedelissimi, circa 26 oligarchi. Tra questi, appunto, Usmanov. L'uomo è diventato miliardario grazie alle attività della Metalloinvest ed è stato uno dei primi investitori di Facebook di cui ha acquistato una quota oltre il 2 per cento prima della sua quotazione in Borsa. Ma non solo, Usmanov è stato anche titolare del 30 per cento dell'Arsenal, la squadra di calcio inglese, da cui è uscito nel 2018 con 700 milioni di dollari, ma fino a ieri alcune sue società sono state sponsor dell'Everton. 

 

 

 

Oltre a varie residenze nel Regno Unito, in Germania e in Svizzera, l'oligarca vanta anche una villa in Sardegna. A questa si sono poi aggiunte diverse altre proprietà a sud e a nord di Porto Cervo, nel Golfo del Pevero e a Liscia di Vacca. A Porto Cervo, addirittura, è stato costruito a sue spese un molo solo per permettere al Dilbar di attraccare. Lo stesso yacht che ora gli è stato confiscato. "Il 28 febbraio sono diventato un obbiettivo di misure restrittive imposte dall'Unione Europea. Credo che questa decisione sia ingiusta, e che le ragioni usate per giustificare le sanzioni siano false e diffamatorie, danneggiano il mio onore, la mia dignità e la mia reputazione di uomo d'affari. Userò tutte gli strumenti legali per proteggere il mio onore e la mia reputazione", erano state le sue parole.

 

 

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