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Vladimir Putin arruola i bimbi-soldato dalla Cecenia: il riservista sdentato, l'ultimo orrore bellico

Daniele Dell'Orco

C'è un motivo se, subito dopo la grande offensiva aerea del 24 febbraio, Vladimir Putin ha appaltato al ceceno Ramzan Kadyrov il compito di condurre la guerra strada per strada, edificio per edificio, nelle città dell'Ucraina. Il motivo è che con la sua Rosgvardiya (Guardia Nazionale della Federazione Russa) Kadyrov può fare ciò che vuole. Se per la Russia inviare personale di leva, riservisti, o in generale truppe diverse dai reparti d'élite Spetsnaz può avere un impatto sociale importante sul fronte interno, in Cecenia è l'opposto. Kadyrov, una sorta di Imperatore (ha 45 anni, è al potere da 15, risponde solo ed esclusivamente a Putin), ha costruito in patria il culto della personalità, la sua e quella di suo padre Akhmad, impegnati nella guerra contro la Russia fino al 2000, fin quando cioè Putin, appena approdato al Cremlino, non decise di spianare Grozny a suon di bombe e "persuaderli" a passare dalla sua parte.

 

 

 

CASA DI PRODUZIONE

Soprattutto, in una Repubblica islamica, ha scelto di diffondere la guerra come religione laica. Così, il video promozionale che ha diffuso sui suoi social, con bambini di 10 anni al massimo in mimetica e kalashnikov che giurano fedeltà alla Russia e si dicono pronti ad essere inviati in Ucraina come «personale di riserva», può inorridire il mondo, ma non i ceceni. Anzi. Il trailer è frutto dell'ingegno di quella gigantesca "Kadyrov production" che il Sultano in persona gestisce fin dal 24 febbraio. Con un team di professionisti e social media manager, Kadyrov diffonde aggiornamenti quotidiani sui successi militari della Rosgvardiya, costruisce un immaginario fatto di soldati «che non muoiono mai» (ha negato fino allo sfinimento che alcuni ceceni fossero caduti in guerra, finché non ha dovuto ammettere «pochissime» perdite), che salvano bambini negli scantinati di Mariupol, che donano beni di prima necessità ai civili nei villaggi che conquistano. Oltre a voler riscuotere il favore dei locali (e in effetti nel sud-est dell'Ucraina ci sono vecchiette che lo ritengono «un brav' uomo»), Kadyrov vuole plasmare le nuovissime generazioni cecene sulla purezza del sangue, sul virilismo (celebre l'intervista all'americana Hbo del 2017 in cui diceva «non ci sono gay qui»), per cui nel video ci sono anche tante bambine con le gonne a pieghe, sul mito della sua Rosgvardiya. Curioso che stratagemmi simili, con miliziani in età scolare, siano gli stessi utilizzati dall'ISIS e dalle milizie wahhabite contro cui Kadyrov combatte da anni. Non solo in Cecenia, ma anche in Ucraina.

 

 

 

BOTTA E RISPOSTA

Nelle prime settimane di guerra, infatti, ai video di Kadyrov rispondevano quelli, di propaganda opposta, girati da reparti ceceni come il Battaglione Dudayev o il Battaglione Mansour. Operativi a Lugansk i primi, a Mariupol i secondi (il cui nome si riferisce al capo militare e religioso Mansour Ouchhourma, un signore della guerra islamico ceceno che guidò la resistenza contro Caterina II nel Caucaso alla fine del Settecento), combattono con gli ucraini, hanno giurato la morte a Putin e Kadyrov, e la Rosgvardiya l'hanno incrociata più volte sul campo di battaglia. $ una guerra civile parallela combattuta su suolo ucraino tra ceceni. Adulti. Per ora.