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Cremlino, la parola "cancellata per legge": l'ultima stretta "nazista" voluta da Vladimir Putin

Carlo Nicolato
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Kiev elimina Tolstoj dalle scuole, Mosca elimina l'inglese dalle sue, ordina di cancellare le insegne pubblicitarie scritte in caratteri latini, e quando si troveranno i soldi faranno sparire anche i segnali stradali scritti nello stesso alfabeto per facilitare la guida agli stranieri. La guerra passa anche da qui, dalla negazione ideologica di tutto ciò che rappresenta il nemico, che per Mosca è prima di tutto l'Occidente. Il giro di vite dell'orgoglio russofono è stato deciso dalla Duma in concomitanza con la celebrazione della "giornata della lingua russa", stabilita per il 6 giugno (compleanno del poeta Pukin) e ora è al vaglio del Cremlino che crediamo non avrà problemi a dare il suo assenso. In Crimea peraltro l'operazione anglo-latinofobica è iniziata in anticipo, da tempo le autorità russe hanno iniziato a distribuire un nuovo dizionario russo che fornisce alternative agli anglicismi utilizzati normalmente dai residenti della regione, anche di parole difficilmente traducibili se non con una frase, come Podcast, Prime Time, Spoiler, Startup e Selfie. Non una novità, sia chiaro, nella Francia di Macron stanno facendo lo stesso, la differenza è che nella penisola di Crimea hanno nel contempo vietato l'insegnamento dell'inglese nelle scuole, cosa che potrebbe avvenire anche in Russia.

 

 

CAMPAGNA IDENTITARIA
La campagna è stata lanciata in grande stile lo scorso marzo da Sultan Khamzaev, deputato camucco del Daghestan in quota a "Russia Unita", il partito di Putin, noto più che altro per essere fondatore e leader di "Russia Sobria", movimento che si batte per l'eliminazione del fumo, delle droghe e dell'alcol da uno dei Paesi con la più alta concentrazione di fumatori e alcolizzati nel mondo. E per alcune proposte particolarmente drastiche come il divieto assoluto di vendita di alcolici i primi due giorni dell'anno, il divieto dei bar ai minori di 21 anni, la pena di morte per i pedofili e il taglio delle ferie per i lavoratori fumatori. Solo un mese fa ha chiesto peraltro che russi espatriati e perseguiti penalmente ai sensi della recente legge sulle fake news relative alle Forze Armate russe venissero requisiti tutti i beni. Un estremista tra i peggiori, che gode però dell'ammirazione di Putin tanto da aver scalato in breve tempo le vette di alcuni tra i più importanti Istituti di Mosca, come quello di Psicoanalisi e quello Economico. «L'unica lingua di stato in Russia è il russo» ha semplicemente detto Khamzaev lanciando la sua proposta sulle insegne commerciali e quelle stradali, raccogliendo il consenso di buona parte della Duma, compreso quello del capo del Comitato per la cultura, Elena Yampolskaya, secondo cui a Mosca ci sono più insegne con caratteri latini che russi e che tale andazzo "è una malattia che sta colpendo tutto il Paese".

Ma cosa ne pensano i cittadini russi dell'eliminazione dell'inglese e dei caratteri latini dalle loro strade? Il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, anche lui di "Russia Unita", ha lanciato sulla sua pagina Telegram un sondaggio in cui si chiedeva ai suoi follower che cose ne pensassero in proposito, ottenendo, manco a dirlo, uno schiacciante parere favorevole alla messa al bando: il 71% ha detto sì, e solo il 16% era contrario. Qualcosa di più serio è stato fatto dalle agenzie Skillbox e ResearchMe che in occasione della Giornata della lingua russa hanno chiesto ai cittadini quale fosse la loro percezione nei confronti degli "anglicismi" sempre più usati nel Paese. Il 28% degli intervistati valuta positivamente i cambiamenti nella lingua russa, considerandoli naturali, ma solo un russo su quattro ritiene giusto l'uso di anglicismi. Il 40% degli intervistati è indifferente e il 42% è negativo. Le parole più odiate sono "crash", "brainstorm" e "deadline", mentre quella più comune e di moda è ovviamente "fake".

 

 

INSEGNE DA CAMBIARE
Di opinione diversa sono però gli esercenti, ovvero i proprietari di quelle attività che dovrebbero cambiare le insegne scritte in caratteri latini. «Servono tempo e soldi» dicono, «bisogna registrare i nuovi marchi e pagare lo Stato per questo, bisogna rifare le insegne e costa un sacco di soldi». Si va dai 12mila (200 euro) ai 150mila rubli (2500 euro), e per le catene si parla di milioni: «Dove le mettiamo queste spese, nei menù?». Sembra che la nuova legge darà del tempo alle imprese per cambiare, si parla di un anno o al massimo due, a seconda dei casi, ma per chi sgarrerà sono previste multe salate. In tutto questo vale la pena sottolineare che la Russia è una babele di centinaia di lingue, 35 delle quali considerate ufficiali, e il russo è la più parlata di queste, l'unica insegnata in tutte le scuole. L'inglese è la lingua straniera più diffusa: dei 15% dei russi che dichiara di conoscere almeno una lingua estera, la lingua di Shakespeare è parlata dall'80%.

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