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Xi Jinping trema: "Cina, questo è l'inizio della rivoluzione"

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Le strade di Pechino e di Shanghai si sono riempite di forze di polizia in seguito agli appelli online per un'altra notte di proteste per chiedere libertà politiche e la fine dei blocchi anti-Covid. Le autorità cinesi hanno anche avviato indagini su alcune delle persone che si sono riunite durante le proteste del fine settimana e l'agenzia France Presse riferisce che tre persone che erano alle manifestazioni di Pechino sono state portate via. La macchina della censura online cinese ha funzionato anche per cancellare i segni delle manifestazioni sui social media.

 

 

In questi ultimi tre giorni i manifestanti hanno scosso la Cina, puntando l'indice contro la politica Zero Covid di Xi Jinping. Almeno 10 città, tra cui Shanghai, Pechino, Wuhan e Chengdu, sono state coinvolte nelle proteste. Secondo gli analisti il dissenso potrebbe divampare di nuovo. L'improvviso scoppio della disobbedienza civile è stato inizialmente innescato dall'indignazione dopo che un incendio mortale in un appartamento a Urumqi, nello Xinjiang, è stato in parte attribuito proprio alle restrizioni anti-Covid. La maggior parte delle proteste sembrerebbe essere stata soppressa stamattina, ma è almeno dai tempi di piazza Tienanmen che in Cina non si vedevano manifestazioni cosi' estese.

 

 

E proprio Wu' er Kaixi, uno dei leader della protesta studentesca di Tienanmen, in esilio a Taiwan, dopo essere fuggito dalla violenta repressione che il 4 giugno del 1989 mise fine alla rivolta studentesca, in una intervista a la Repubblica dice che "potrebbe anche essere l'inizio di una rivoluzione. Le proteste si stanno diffondendo a macchia d'olio in tutto il Paese e in pochi giorni potrebbero diventare un movimento in grado di innescare un reale cambiamento". Anche perché, prosegue, "da molti anni la Cina è diventata una specie di pentola a pressione all'interno della quale 1,3 miliardi di esseri umani sono stati costretti a vivere. Il Partito Comunista guida un regime totalitario che non conosce altri linguaggi al di fuori del controllo più ferreo sulla società". E ora "chi sta scendendo in piazza non sopporta più di essere considerato un soggetto insignificante, senza diritti e rispetto". Ma ora, conclude Wu' er Kaixi, "gli strumenti di controllo e sorveglianza sono sempre attivi e l'esercito di censori è all'opera. I giovani hanno però iniziato a usare nuove tecnologie (come il Vpn) per rompere la muraglia della censura e poi c'è un fatto di scala: la quantità di video, informazioni, post sui social è tale che sta travolgendo i tradizionali meccanismi di controllo".

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