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Macron salvo per 9 voti, passa la riforma delle pensioni. Francia, esplode la rivolta

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Il governo francese di Elisabeth Borne si salva, e con lui la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron che sta infiammando il Paese, scosso dalle rivolte di piazza per la stretta sulla previdenza. La mozione di sfiducia presentata dal gruppo Liot, unica via possibile per fermare la riforma della previdenza, si è fermata a 278 voti a favore. Nove in meno di quelli necessari per l'approvazione, ovvero 287. Nel caso la mozione fosse passata, il governo sarebbe automaticamente caduto. E a tempo record, in Francia scoppia ancora la rivolta in strada. Il clima, insomma, è tesissimo.

Successivamente è stata bocciata anche una seconda mozione di sfiducia, quella presentata dal Rassemblement National di Marine Le Pen. Ma già si sapeva che questa mozione avrebbe contato su meno voti, vani i tentativi nei 40 minuti tra il primo e il secondo voto di raccogliere i consensi necessari. Insomma Macron si salva. Ma soltanto per il rotto della cuffia, per pochissimi voti: si attendeva infatti un risultato ben più netto.

Un risultato profondamente negativo per il governo Borne e per il galletto Macron: buona parte dei deputati gollisti, i Republicains, ha infatti votato a favore della mozione di sfiducia che avrebbe invalidato la riforma pensionistica e determinato la caduta dell'esecutivo. E il voto a favore è arrivato nonostante le indicazioni contrarie del presidente del partito, Eric Ciotti. Ragione per la quale le turbolenze per Macron potrebbero non essere finite.

Ma soprattutto, ora, a preoccupare è quella che potrebbe essere la reazione della piazza: dopo l'approvazione della riforma delle pensioni, passata bypassando il Parlamento francese, si erano infatti scatenate violente rivolte in strada, con scontri tra polizia e manifestanti, Parigi messa a ferro e fuoco. Ora che la riforma è ufficialmente passata, a tempo record, sono riprese - violentissime - le proteste.

E infatti, subito dopo la bocciatura della mozione di sfiducia, gruppi di manifestanti si sono diretti nella zona di Invalides, a Parigi. Altri ancora arrivano verso Concorde. All'altezza di Place Vauban, non lontano dalla zona di Palais Bourbon (l'Assemblée Nationale), dove alcuni cassonetti sono già stati dati alle fiamme. La polizia è schierata sin dalla mattinata di oggi, lunedì 20 marzo, fra Concorde e Champs-Elysées, che restano vietati agli assembramenti, e la zona di Invalides. Insomma, la tensione è alle stelle.

Poi i primi scontri: lancio di oggetti da parte dei manifestanti nel corso di un corteo non autorizzato, la polizia ha reagito con cariche e lancio di lacrimogeni. A Parigi la situazione è tesissima. Ma le proteste scuotono anche le università: nella capitale e a Bordeaux le facoltà sono state occupate dagli studenti in segno di protesta.

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