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Russia, l'ammiraglio Credendino: "Cerca lo scontro con l'Italia"

Maurizio Stefanini
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Dopo gli attacchi al territorio russo in risposta all’avanzata della Wagner a Bakhmut, dopo lo spostamento di atomiche tattiche russe in Bielorussia in contemporanea ai denunciati attentati ucraini alle centrali nucleari russe, adesso la tensione si accende anche nel Mediterraneo. È lo stesso ammiraglio Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina militare italiana, a lanciare l'allarme a margine di un evento a Genova: «I russi nel Mediterraneo hanno un atteggiamento provocatorio che non si era mai visto nel passato», denuncia. «Era “normale” nel Mar Baltico ma da noi non c’era. Invece oggisono anche molto aggressivi, con atteggiamenti ostili e questo può essere causa di un incidente ad esempio». Per esempio, prosegue Credendino, «un incidente fra due navi militari di due Paesi contrapposti» che «non si sa dove può portare».

A marzo diverse imbarcazioni russe avevano effettuato manovre al limite anche in prossimità delle acque italiane. Non è la prima volta, peraltro, che Credendino sottolinea come lo scenario all’interno del bacino Mediterraneo sia fortemente cambiato dall’inizio del conflitto. «Il Mediterraneo è un’area geopolitica instabile dove è richiesta alla Marina una presenza molto superiore rispetto al passato», ha spiegato. «Fino a 15-20 anni fa gli americani garantivano la stabilità, poi con l’avvento dell’amministrazione Obama hanno spostato il loro focus sull’indo-pacifico lasciando di fatto un vuoto nel Mediterraneo».

 

 

 

IL VELIERO ANDROMEDA

Ciò mentre appunto nel Baltico, dopo che la responsabilità per il sabotaggio dei due gasdotti Nord Stream dalla Russia alla Germania era state attribuite prima alla Russia e poi all’Occidente e poi di nuovo alla Russia, adesso si torna a parlare di un possibile ruolo ucraino. È il settimanale tedesco Der Spiegel a parlare di indagini della polizia su un veliero, l’Andromeda, verosimilmente utilizzato per il trasporto di esplosivi utilizzati per i sabotaggi del settembre 2022.

Peraltro, accanto a minacce e scenari c’è anche la guerra guerreggiata che continua, e con ferocia crescente. Ci sono ad esempio anche due bambini tra i due morti e 23 ferii per l'attacco russo alla clinica di Dnipro. «I terroristi russi confermano ancora una volta il loro status di combattenti contro tutto ciò che è umano e onesto. Un attacco missilistico contro una clinica nella città di Dnipro. A partire da ora, una persona è stata uccisa e 15 sono rimaste ferite. Le conseguenze dei bombardamenti vengono eliminate e le vittime vengono soccorse. Tutti i servizi necessari sono coinvolti», è ha dichiarato Zelensky su Telegram, proponendosi di «sconfiggere questi inumani irrevocabilmente e il prima possibile. Perché il nostro tempo è la nostra gente. E la nostra gente è la cosa più preziosa in Ucraina». Su Telegram il governatore di Dnipropetrovsk Serhiy Lysak ha scritto che «due bambini sono tra i feriti a Dnipro. Ragazzini di 3 e 6 anni. Entrambi sono ricoverati. I medici valutano le loro condizioni come moderate», ha scritto Lysak su Telegram.

 

 

 

MOBILITATI PER LA PACE

Quanto alle possibili mediazioni, sostenute anche dall’incontro pubblico “Pace subito”, promosso dal Movimento Cristiano del Lavoratori e dal Movimento dei Focolari Italia, con la partecipazione di ARCI, MCL, ACLI, Rete italiana Pace e disarmo promossa dalla CGIL, Comunità di S. Egidio, Forum del Terzo Settore e dal Comitato Fermare la Guerra, di cui è portavoce Gianni Alemanno. Da un lato il Papa in un’intervista a Telemundi ha spiegato che all’Ucraina interessa solo un suo possibile ruolo per i minorenni rapiti. «Loro non sognano tanto le mediazioni, perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta Europa, Stati Uniti. In altre parole, hanno una forza propria molto grande». Però, confida il Pontefice, «mi ha chiesto un grosso favore: darmi da fare, prendermi cura dei ragazzi che sono stati portati in Russia». Dall'altra il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andriy Yermak in un’intervista a Interfax ha detto che un vertice per la pace «è necessario» e che l’Ucraina vuole che si tenga «il prima possibile: l’ideale sarebbe luglio», ma sulla base del piano in 10 punti ucraino. Dall’altra ancora, secondo il Wall Street Journal l’inviato cinese per l’Ucraina Li Hui avrebbe proposto come base per un cessate il fuoco e per la pace di lasciare alla Russia tutti i territori che ha occupato. Ovviamente, non ricevibile. 

 

 

 

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