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Russia, "dove sposta le sue truppe Putin": un segnale spaventoso

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Sposta le truppe, Vladimir Putin, perché è la guerra che si sta spostando. Il fronte non è solo quello dell'Ucraina, ma pure quello interno. E le incursioni dei soldati della legione Russia Libera guidata da Ilya Ponomarev, capo della resistenza armata interna contro il Cremlino, preoccupano sempre di più il regime di Mosca. Nel mirino la fascia di 1.500 chilometri che separa il territorio russo da quello ucraino: droni e missili stanno mettendo a ferro e fuoco le regioni di confine di Belgorod, Kursk, Kaluga, Bryansk, Smolensk.

 

 

 

Più che l'impatto militare, a terrorizzare lo Zar è quello psicologico ed emotivo: se i russi inizieranno davvero a sentirsi degli "obiettivi" del nemico a casa loro, è assai probabile l'emergere di un forte sentimento anti-bellico che potrebbe convincere le elite a fare pressioni su Putin per un passo indietro. O, nella peggiore delle ipotesi, ad abbandonarlo al suo destino come sogna lo stesso Ponomarev.  

 

 

 

Dopo giorni di attacchi e bombardamenti a macchia di leopardo, anche da parte della controffensiva ucraina, Putin è uscito allo scoperto accusando alcuni "malvagi" di stare "aumentando i loro sforzi per destabilizzare il Paese" e spiegando di "aver dato istruzioni al suo governo perché questo non accada assolutamente". Il pericolo, dunque, è espressamente quello di una rivolta interna. Sul fronte strategico, secondo l’intelligence britannica "il Cremlino ha dovuto chiedersi esplicitamente se fosse meglio difendere le province occupate dell’Ucraina o le Regioni russe confinanti con il nemico - riferisce il Corriere della Sera, che giovedì aveva intervistato proprio Ponomarev -. Stando alle informazioni diffuse dallo Stato maggiore di Mosca la scelta è stata di difendere entrambe". E già questa è una notizia rilevante.

 

 

 

 

Dopo l’incursione della Legione Russia Libera del 22 maggio, si legge, "sono state trasferite dalle aree occupate dell’Ucraina alla Madre Patria una varietà di armi pesanti e relativi addetti. Si parla di elicotteri d’attacco e di lanciarazzi termobarici Tos-1a". E il contingente di soldati impegnati in Ucraina, già insufficiente, si è visto così assottigliare ulteriormente. E non è un caso che dopo la conquista di Bakhmut a metà maggio, considerata uno snodo cruciale, l'avanzata russa si sia di fatto fermata. 

 

 

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