I dirigibili tornano dopo un secolo e mezzo: sofisticati ed ecologici
Difficile immaginare un connubio più insolito di quello tra Sergey Brin (uno degli artefici del nuovo mondo digitale in cui siamo immersi, essendo il cofondatore di Google) e il dirigibile, veicolo che sembrava destinato a ripresentarsi esclusivamente in un museo della storia del trasporto. Naturalmente Brin essendo ricchissimo può permettersi non solo di fantasticare ma anche di realizzare progetti mirabolanti: ecco così che ha appena ricevuto il certificato di aeronavigabilità il suo “Pathfinder 1”, gargantuesco dirigibile superecologico, lungo 123 metri per 20 metri di diametro: per chi ricorda il dirigibile pubblicitario Goodyear che ha sorvolato Roma negli anni '80 – e che probabilmente è stata l’ultima memoria di quel tipo di aeronave nei nostri cieli, prima di essere smontato, impacchettato e restituito agli americani nel 1987 –, sappia che Pathfinder 1 è grande quanto quattro dirigibili Goodyear; del resto, senza alcuna falsa modestia, Brin (tramite Alan Weston, il responsabile tecnico del progetto) ha dichiarato di voler “oscurare il cielo” con i suoi aerostati.
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Ma perché il boss di Google ha deciso di investire centinaia di milioni di dollari per rilanciare il dirigibile nel ventunesimo secolo? Nella memoria collettiva, questo mezzo di trasporto è inevitabilmente legato a due episodi tragici: prima, nel 1928, l’incidente del dirigibile militare semirigido “Italia”, progettato e comandato da Umberto Nobile, e caduto nel maggio di quell’anno sui ghiacci del Polo Nord. Morirono diciassette persone, otto dell’equipaggio e nove soccorritori, tra i quali il leggendario esploratore norvegese Roald Amundsen, che aveva condotto la prima spedizione nel Polo Sud. Seconda catastrofe, nel 1937, a un anno dal varo, la completa distruzione, in meno di mezzo minuto, dello Zeppelin rigido “Hindenburg”, che causò la morte di trentacinque persone tra le novantasette che erano a bordo, la maggior parte divorate dal rogo provocato dalla combustione dell’idrogeno, mentre il veicolo tentava di attraccare al pilone di ormeggio della stazione di Lakehurst, nel New Jersey. L’Hindenburg era progettato per essere riempito di elio, gas non infiammabile, ma un embargo americano aveva costretto la tedesca Zeppelin a ripiegare sull’idrogeno che, d’altronde, è meno costoso e consente una maggiore portanza. Proprio per queste ragioni, ancora in fase di progettazione, Weston aveva dichiarato che per la propulsione di Pathfinder si stavano studiando varie soluzioni, tra i quali l’energia solare, elettrica e la combustione mediante celle a idrogeno, allo scopo di avvicinarsi quanto più possibile all’obiettivo delle zero emissioni, mentre per il gas di sollevamento si prendeva in considerazione l’idrogeno, ma alla fine a riempire l’enorme involucro di Pathfinder 1 dovrebbe essere l’elio, perché la FAA, Federal Aviation Administration (la principale agenzia di regolamentazione dell’aviazione civile in USA) proibisce l’uso di gas infiammabili.
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A quanto pare, Brin non ha avuto scrupoli nello sfidare questi nefasti precedenti, e, sempre tramite le dichiarazioni di Weston, ritiene che con i suoi Pathfinder si inauguri «un nuovo futuro per l’aviazione, i viaggi, il trasporto commerciale che impiega meno energia, è molto meno rumoroso, a costi più bassi, e ha un’impronta carbonica molto più piccola di qualsiasi altra forma di trasporto». Inoltre, Pathfinder, come ogni dirigibile, involandosi e non decollando, non ha bisogno di aeroporti o piste, e sarebbe in grado di portare soccorsi e aiuti umanitari ovunque nel mondo dove l’aviazione convenzionale non potrebbe accedere, per esempio in occasioni di disastri naturali. La costruzione di Pathfinder è avvenuta con tecnologie avveniristiche: la sua struttura di travi in fibra di carbonio è stata assemblata con un nuovo sistema di montaggio, detto “le montagne russe” che consente la sua rotazione sull’asse orizzontale e quindi di lavorare da terra, senza impalcature o scale come quando si calano i componenti dall’alto, che era il metodo normalmente seguito, più lento e pericoloso. Con un simile mostro, la capacità di trasporto è proporzionale: dovrebbe permettere un carico di 200 tonnellate, «dieci volte la capacità di un Boeing 737» ha dichiarato Weston. Chissà se i futurologi avrebbero mai immaginato che il genio creatore del più popolare motore di ricerca si sarebbe speso tanto per far tornare a volare nei cieli dell’avvenire i dirigibili.
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