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George Galloway, rieletto a Westminster il socialista che stravede per tiranni e isalmisti

George Galloway

Maurizio Stefanini
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È stato alla versione britannica del Grande Fratello Vip e ha condotto un talk show sportivo che a un certo punto è finito sulla tv Russia Today; ha scritto un libro su Fidel Castro e uno sul calciatore e allenatore nord-irlandese Neil Lennon; è stato prima contro e poi a favore della Brexit; è uno scozzese contrario all’indipendenza scozzese astemio da quando aveva 18 anni e di cui non si capisce se è cattolico e se si è convertito all’islam; ha mostrato amicizia per dittatori e regimi autoritari in quantità, da Saddam Hussein a Bashar Assad, da Chávez agli ayatollah iraniani. Però ha detto che Assange aveva comportamenti sessuali «disgustosi», pur non essendo tecnicamente uno stupratore; è talmente antisemita che ha abbandonato dibattiti quando ha scoperto che il suo interlocutore era un cittadino israeliano e ha rifiutato di votare documenti in favore dei due Stati Israele e Palestina perché non vuole Israele. Adesso, a quasi 70 anni, George Galloway è tornato alla Camera dei Comuni grazie a una elezione suppletiva con un partito fai da te e in un collegio pieno di islamici, togliendolo ai laburisti grazie a una campagna tutta incentrata su Gaza.

In effetti dai laburisti viene: ci militò dal 1967 al 2003, e nel 1987 fu eletto deputato con loro, venendo confermato nel 1992, 1997 e 2001. Ma nel 2003 se ne andò in polemica con Blair per la guerra in Iraq, si trasferì nuovo partito “Respect”, e con esso fu eletto nel 2005 come unico deputato. Sconfitto nel 2010, tornò alla Camera dei Comuni con un risultato clamoroso da un’altra by-election nel 2012. Ma nel 2015 fu sconfitto da una laburista di origine pakistana, e nel 2016 Respect cessò di esistere. Tra 2020 e 2022 inventò una lista unionista per partecipare elle elezioni scozzesi, in cui schierò un Workers Party of Britain che aveva creato nel 2019.

 

 

Questa è la sigla con cui è stato ora eletto alle suppletive di Rochdale, collegio della Greater Manchester (il laburista precedente, Tony Lloyd, è deceduto). Ha avuto il 39,7% contro il 21,3% di un indipendente, il 19,2 del conservatore, il 7,7 del laburista, il 7 di quello liberale e il 6,3% del Reform Party di Nigel Farage (per cui Galloway dice di aver votato nel 2019). Va detto che il candidato laburista Azhar Alki era a sua volta un oriundo pakistano che aveva accusato Israele di aver volontariamente permesso ad Hamas di compiere i massacri del 7 ottobre per avere un pretesto con cui invadere Gaza. Si era successivamente scusato, ma il Labour gli aveva tolto l’appoggio, al costo di restare senza candidato.

Palestinesi a parte, ha pure manifestato appoggio alla lotta armata anti-indiana in Kashmir e a quella in Iraq, sostenendo anche l’uccisione dei «collaborazionisti». Ha pure detto che i gay in Iran non sono giustiziati in quanto tali ma per aver commesso «crimini sessuali». Va da sé che attribuisce all’Occidente la colpa della guerra in Ucraina. Ora sostiene che il suo partito presenterà almeno 60 candidati alle prossime elezioni nazionali, che si terranno entro il 28 gennaio 2025.

 

 

La Bbc ha definito il ritorno in parlamento di Galloway una sorprendente «rinascita politica» in una carriera che varie volte era sembrata finita. Nato a Dundee in una famiglia povera, madre irlandese simpatizzante dell’Ira, papà operaio nella locale fabbrica di pneumatici Michelin, aveva iniziato a fare politica da sindacalista, per poi entrare in consiglio comunale nel 1980. Una volta portò la bandiera palestinese in una seduta, e si adoperò per un gemellaggio fra Dundee e Nablus. Negli anni ’90 visitò spesso il Libano, e in un incontro nel 1994 disse ad Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah: «Signore, rendo omaggio al suo coraggio, alla sua forza, alla sua instancabilità».

L’espulsione dal Partito Laburista avvenne dopo aver invitato i soldati britannici in Iraq a disobbedire agli ordini. Da deputato di Respect nel 2006 andò al Grande Fratello Vip dove fece finta di essere un gatto che beveva del latte immaginario dalle mani di un’altra concorrente. Il suo interesse per il mondo islamico sembra dimostrato dal fatto che delle quattro mogli che ha avuto, e che gli hanno dato sei figli, le ultime tre sono state musulmane: una palestinese, una libanese e l’attuale, una indonesiana. Va detto che è stata la palestinese quella che lo ha trattato peggio, ottenendo un divorzio per «comportamento irragionevole». Una palestinese che lo ha conosciuto bene...  

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