Medico pubblica sul web
il manuale dell'eutanasia
Si intitola "Peaceful Pill Handbook" il manuale del'eutanasia pubblicato on line dal medico attivista pro-eutanasia Philip Nitschke. letteralemente si traduce "Manuale della pillola della pace" e rappresenta un prontuario con le istruzioni pratiche e dettagliate su come suicidarsi in modo indolore e senza assistenza di medici. Il manuale è stato già messo al bando nella versione cartacea dalle autorità australiane perchè favorirebbe il reato di istigazione al suicidio.L'iniziativa è stata condannata come altamente irresponsabile sia da quanti sono corntrari sia da quanto sostengono l'eutanasia; tutti esprimono preoccupazione per la mancanza di salvaguardie sulla pubblicazione di tecniche di suicidio, e per il rischio che possano essere usate per omicidi. Il professore descrive il suo manuale, chiamato ora "eHandbook", come una compilazione dei "metodi più affidabili e pacifici usati per mettere fine alla propria vita. Abbiamo valutato tutti i metodi usati e abbiamo scelto i migliori", ha spiegato all'agenzia di stampa australiana Aap. Le opzioni, descritte in formati video e testo, includono il sedativo ad uso veterinario Nembutal, ottenibile in Messico, ed il metodo ipossico (ossia di mancanza di ossigeno) che usa un sacchetto di plastica. nelle pagine del 'prontuario' si spiega anche come pulire l'ambiente dopo un suicidio ed eliminare le prove. Il contenuto del manuale era stato pubblicato su carta 18 mesi fa negli Usa, ma in Australia era stato messo al bando lo scorso anno. L'organizzazione fondata da Nitschke, 'Exit International', ha condotto seminari in Australia da quando il libro è stato pubblicato, per insegnare come procurarsi la dolce morte, ma le persone anziane e malate spesso non sono in grado di partecipare, ha sottolineato l'attivista. Da qui la decisione di pubblicare sul web il testo correlato di brani video: "per molti sarà un pò come partecipare ad un seminario senza uscire di casa", ha detto. Nitschke il quale ha sempre sostenuto che il libero accesso alle informazioni sull'eutanasia sia il modo di agire più responsabile. "Il manuale online finalmente rende possibile per molti anziani, troppo deboli o malati per partecipare ad un seminario, di ottenere il materiale direttamente nella privacy della propria casa, ha spiegato il suo autore. "Una volta che le persone conoscono i fatti, possono agire nel proprio migliore interesse". Forti critiche all'iniziativa del 'dottor morte' sono state avanzata anche da ferventi sostenitori dell'eutanasia, quali Gilles Yates, presidente della Società per l'eutanasia volontaria del Nuovo Galles del Sud: "La nostra organizzazione ha sempre sostenuto che le persone abbiano bisogno di assistenza in materia di eutanasia volontaria, e che tale assistenza debba essere coperta da ampie salvaguardie contro i suicidi non razionali e i suicidi dietro coercizione" ha detto Yates, la cui organizzazione si batte per ottenere dal governo la legalizzazione dell'eutanasia sotto strette salvaguardie. "Se qualcuno vuole impadronirsi del patrimonio della nonna", ha sottolineato Yates, "e la incoraggia ad usare tali tecniche, può di fatto costringere qualcuno a commettere suicidio per i motivi sbagliati. L'altro rischio è queste tecniche che possano essere usate per omicidi". "Ogni volta che parlo di questo argomento con i miei studenti", spiega il professor Francesco D'Agostino, presidente del Comitato di Bioetica, "porto sempre ad esempio il film "La famiglia Savage" diretto dall'americana Tamara Jenkins. Nel film John e Wendy sono un fratello e una sorella che si trovano all'improvviso a doversi prendere cura dell'anziano padre, sprofondato negli abissi della demenza senile. Per poter andare in una casa di riposo, l'anziano deve però firmare un testamento biologico: il che significa 'se va in coma noi medici siamo autorizzati a non curarlo e a lasciarlo morire'. In questo caso giuridicamente e secondo legge tutto è corretto perché l'uomo è consenziente e firma, ma in realtà l'ha fatto perché non aveva altre alternative. Ed ecco che in questo modo avviene la destrutturazione della funzione sociale della medicina, che deve garantire che i medici lavorino per la vita e non per la morte". Ma il professor D'Agostino fa anche un secondo esempio per far comprendere la sua posizione: "La legge rende 'irrinunciabile' il diritto alle ferie perché vuole tutelare le categorie più deboli. Se quindi il diritto alle ferie è irrinunciabile, come si può rendere 'rinunciabile' il diritto alla vita?"