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Il passatempo preferito è dare la colpa agli ebrei

Il ricercatore americano, sopravvissuto alla guerra civile in Libano, avvisa: "I drusi saranno massacrati. C’è solo Gerusalemme in difesa dei vulnerabili"
di Hussain Abdul-Hussain domenica 20 luglio 2025

3' di lettura

Oggi, una riflessione personale. Sono sfinito. Un altro giorno, un altro massacro in Medio Oriente, questa volta contro gli islamisti radicali medievali che prendono di mira i drusi della Siria. Stupri, omicidi di massa, bambini decapitati e bruciati, case distrutte. Il mondo esorterà “tutte le parti” a ridurre l’escalation, equiparando gli aggressori alle vittime.
Israele cerca di proteggere i vulnerabili, e si trova di fronte soltanto il passatempo preferito del mondo: incolpare gli ebrei.

Ho scritto di guerra per decenni. Il mio primo articolo è apparso sul giornale libanese Annahar nel 1994. Non so più che cosa dire. Sono sopravvissuto agli orrori della guerra civile libanese e conosco in prima persona la paura e il sentimento di impotenza. I bambini si fidano dei loro genitori, che li rassicurano che andrà tutto bene, ma i bambini vedono oltre la facciata.

Guardo i video delle famiglie druse che fuggono in auto e so esattamente che cosa stanno facendo. La madre stringe una borsa con l’essenziale: documenti d’identità, contanti, gioielli di famiglia. Il padre nasconde una pistola o un pugnale nel bagaglio dei bambini, nel caso in cui dovrà affidarsi al suo istinto e difendere i più piccoli. Quando ero bambino in Libano, vedevo padri umiliati e picchiati ai posti di blocco, ridotti in lacrime. Porto con me questo trauma da allora.

Quando le famiglie druse siriane guidano, spesso non sanno dove stanno andando. La madre recita tutte le preghiere che conosce; il padre maledice i politici. Mio padre malediceva Saddam, le cui azioni ci hanno costretto a lasciare Baghdad nel caos della guerra in Libano. Ho vissuto troppo spesso l’inferno del Medio Oriente per non cogliere che cosa sta per succedere in Siria. I drusi dovranno affrontare massacri mentre il mondo si fissa su Gaza. Nel giro di un anno, un sopravvissuto raggiungerà l’Occidente, raccontando orrori.

Conosco persone che hanno sopportato l’invasione del Kuwait da parte di Saddam, gli attacchi chimici contro i curdi, l’attacco con i gas di Assad contro Ghouta e le guerre di Hezbollah in Libano. Due amici – Lokman a Beirut e Husham a Baghdad – sono stati uccisi dal regime iraniano e dai suoi delegati per aver parlato. Presto, sentiremo parlare i drusi di Suweida: parleranno di stupri, omicidi e distruzione. Eppure il mondo è ossessionato dalla denigrazione di Israele. È una malattia.

Sono sfinito. Voglio che gli islamisti – l’IRGC sciita (le guardie rivoluzionarie iraniane, i pasdara, ndr), i Fratelli musulmani sunniti e l’ISIS sostenuti dal Qatar e dalla Turchia – temano le conseguenze dei loro crimini. Ma chili riterrà responsabili? L’America non sta ascoltando. Ha dimenticato la visione dei suoi Padri Fondatori, radicata negli ideali massoni, di una nazione come forza civilizzatrice, che modella gli esseri umani grezzi in blocchi levigati per un mondo armonioso.

L’America doveva essere una città splendente su una collina, non un’isola. Questa è la missione delle religioni: il cristianesimo predica la salvezza, l’islam pone fine alla Jahiliyyah (l’età dell’ignoranza). I fondatori degli Stati Uniti hanno progettato la repubblica in modo da resistere al dominio del popolo, ma i social media amplificano la folla, trasformando i leader in populisti a caccia di sondaggi invece di plasmare la politica con saggezza, anche se a un costo politico. In Medio Oriente, il concetto di stato -nazione non ha mai messo radici tra le popolazioni di lingua araba dalla fine degli imperi nel 1900. L’assalto ai drusi riecheggia le incursioni tribali pre -islamiche. L’America può civilizzare queste società? (So che tutti gli Edward Said del mondo mi daranno la caccia per aver suggerito che l’Occidente può educare il resto del mondo: l’imperialismo!) Noi in America abbiamo la volontà o l’interesse di aiutare a trasformare queste popolazioni da tribù irrequiete a cittadini rispettosi della legge e che pagano le tasse? Quali sono i vantaggi per noi? Non aspettatevi questo dibattito in un paese in cui Christiane Amanpour e Tucker Carlson passano per intellettuali. Scusate lo sproloquio.

di Hussain Abdul-Hussain 
Ricercatore del tank americano Foundation for the Defense of Democracies, specializzato in sicurezza nazionale e politica estera.

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