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Ucraina, viene giù tutto: corruzione, cacciati due ministri

mercoledì 12 novembre 2025

2' di lettura

Nuovo terremoto politico in Ucraina, con un fuggi fuggi dal governo di Volodymyr Zelensky. La premier Yulia Svyridenko, in un post su X, ha confermato che i ministri di Giustizia ed Energia saranno formalmente destituiti dai loro incarichi. 

"Ho presentata una mozione alla Verkhovna Rada per destituire il ministro della Giustizia Herman Halushchenko e la ministra dell'Energia Svitlana Hrynchuk. I ministri hanno presentato le loro dimissioni secondo le modalità previste dalla legge", ha riferito la prima ministra. Il presidente ucraino Zelensky aveva chiesto poco prima le dimissioni dei ministri della Giustizia e dell'Energia a seguito dello scandalo di corruzione che coinvolge la compagnia nucleare statale Energoatom.

L'addio è stato confermato dalla stessa ministra Hrynchuk: "Ho scritto una lettera di dimissioni", ha spiegato sul suo profilo di Facebook, sostenendo però di non essere responsabile di "alcuna violazione della legge". Il caso di corruzione vede coinvolti anche il suo predecessore in quella posizione, German Galushchenko, e Timur Mindich, uno stretto collaboratore di Zelensky, che ha lasciato l'Ucraina poco prima che scoppiasse lo scandalo.

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Una turbolenza estrema ai vertici del Paese che coincide con un contesto bellico sempre più difficile. Anche il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, a margine del question time alla Camera, ha confermato come "la situazione, "come dico da mesi, non migliora ed è difficile pensare che possa migliorare indipendentemente dagli aiuti militari. C'è, poi, il fatto che per Putin, come dico da sempre, il tempo e i morti non contano, mentre per tutto il resto del mondo sì, e questo è l'avvertimento anche per l'Europa". 

"Sto preparando il dodicesimo pacchetto di aiuti, a breve lo andrò a presentare al Copasir: sono aiuti e anche consistenti all'Ucraina", ha spiegato Crosetto, che durante il question time ha risposto sul tema della spesa per la difesa. "La Nato ha fissato l'obiettivo del 5% del prodotto interno lordo per la difesa. Di questo, l'1,5 dovrebbe riguardare le funzioni di sicurezza più generali, mentre il restante 3,5 dovrebbe essere riferito alla difesa in senso stretto e, quindi, rientra nella competenza diretta del mio dicastero. Il calcolo è semplice: questo traguardo implica un incremento medio tra lo 0,15 e lo 0,20 per cento del Pil l'anno fino al 2035, da conseguire in modo graduale e flessibile, tenendo conto del quadro macroeconomico e della compatibilità di bilancio. Sarà naturalmente il Parlamento, attraverso l'esame delle leggi di bilancio dei prossimi anni, a definire e modulare il percorso anno per anno, in coerenza con gli obiettivi di sostenibilità e sicurezza nazionale. Per quanto mi riguarda, ho avuto assicurazioni dal ministro dell'Economia e delle finanze, Giorgetti - rivela Crosetto - che una volta usciti dalla procedura del deficit eccessivo, già da quest'anno, già dal prossimo anno l'incremento dello 0,15 verrà fatto, successivamente dello 0,15 per il 2027 e dello 0,20 per l'anno successivo, come da documento approvato dalla Camera". 

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