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Singapore legalizza

la vendita degli organi

Silvia Tironi
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A Singapore la vendita di organi è stata legalizzata: il parlamento dello stato asiatico ha infatti approvato quasi all'unanimità la legge che prevede la vendita di organi attraverso una forma di “rimborso” per le persone viventi che decidono di farsi spiantare un organo. 79 membri del parlamento su 84 hanno espresso un voto favorevole. Secondo il ministro della salute di Singapore, Khaw Boon Wan, non si tratta propriamente di una legalizzazione delle vendite di organi, “ma è intesa a correggere la posizione estrema che criminalizza tutti i tipi di pagamenti per chi decide di donare”. La proposta del governo della città-stato è arrivata in seguito all'arresto, lo scorso giugno, del miliardario Tang Wee Sung che aveva cercato di comprare un rene da un donatore indonesiano. In seguito all'accaduto, il Governo ha deciso di regolamentare le donazioni, consentendo ai donatori di ricevere un pagamento per vie legali. Halimah Yacob, uno dei parlamentari dissidenti, è però convinto che molti lavoratori in questo periodo di crisi potrebbero essere indotti a donare gli organi. “Per chi viene licenziato - ha dichiarato Halimah Yacob - anche un rimborso di 6.600 dollari sarebbe meglio che tornare a casa senza lavoro e a mani vuote”. Nel corso del confronto solo una piccola minoranza di  parlamentari ha espresso preoccupazioni per la "possibile legalizzazione del traffico di organi", riferiscono i media locali. E c'è chi teme che, complice l'attuale crisi economica, la  nuova legge potrebbe indurre le persone a scegliere di donare un  organo proprio per avere in cambio una piccola somma. Il provvedimento, inoltre, potrebbe favorire il turismo sanitario nella  città-Stato da parte di malati stranieri in attesa di un trapianto.

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