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Ue, la farsa ambientalista di Ursula von der Leyen: predica bene ma finanzia aerei inquinanti

Carlo Nicolato
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Lo ha ribadito l'Onu solo qualche giorno fa, sul clima non c'è più tempo da perdere, non un secondo in più altrimenti si rischia il punto di non ritorno. La Ue la sua parte l'ha già annunciata, drastica riduzione delle emissioni e impatto zero entro il 2050, e la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen nel discorso per lo stato dell'Unione dello scorso anno ha pure sostenuto che se il resto del mondo seguirà l'esempio europeo il pianeta sarà salvo. Quale esempio però, quello degli annunci e dei piani cui gli Stati membri dovranno adeguarsi senza fiatare o quello che invece riguarda Bruxelles in senso più stretto, nel senso cioè delle istituzioni europee alle quali sono concesse ingiustificate deroghe al Green Deal o perfino licenze a inquinare di più? Si dà il caso infatti che la Commissione dopo aver lo scorso luglio lanciato il nuovo gigantesco pacchetto di leggi riguardante il famoso "Fit for 55", ovvero la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, si sia aumentata il tetto massimo di spesa per i voli air-taxi destinati ai funzionari, incrementando quindi di fatto la capacità di emissioni inquinanti degli stessi, Von der Leyen in primis.

 

 

 

Più di 3 milioni di euro

La scusa è quella del Covid, un portavoce della Commissione ha fatto sapere cioè che il nuovo contratto riflette il «potenziale aumento della domanda, principalmente a causa della pandemia». Con le restrizioni, ha detto il portavoce a Politico.com, «sono disponibili meno voli commerciali e quindi questo aumento del tetto massimo è pensato per garantire la disponibilità di questa soluzione nel caso in cui tali problemi persistano nel tempo». Non è detto però che questo tetto venga raggiunto, ha assicurato il portavoce anonimo, trattasi solo di una semplice precauzione. Peccato però che tale aumento di quasi 3 milioni di euro non è nemmeno il primo e il precedente era sopravvenuto a inizio legislatura quando del Covid ancora non c'era alcuna traccia. Sotto Junker la spesa massima prevista per tale tipo di trasporti privati era infatti di 7,14 milioni di euro, mentre con la nomina della Von der Leyen e senza alcun motivo apparente si era pensato bene di aggiornarla con un nuovo contratto quinquennale aumentandola del 50%, portandola cioè a 10,7 milioni di euro. Un nuovo contratto stavolta quadriennale ha dunque sostituito il precedente appena stipulato portando il nuovo tetto a 13,5 milioni, cioè quasi il doppio rispetto alla Commissione Juncker, considerata sotto vari punti di vista spendacciona e per questo ampiamente criticata. Ora non saranno i voli air-taxi delle istituzioni europee a far fallire gli obiettivi per il 2030 o il 2050, ma se l'esempio conta, come giustamente ha sottolineato la Von der Leyen nel suo discorso di quasi un anno fa, qualcosa davvero non torna. Specie se si considera che gli aerei vengono considerati dai talebani del clima tra i principali responsabili delle emissioni di Co2 e che il settore dei trasporti, jet privati inclusi, dovrà sostenere gran parte dell'onere delle riduzioni previste dalla Ue. Dovremmo dunque pensare che ciò che vale per i comuni mortali non vale per funzionari Ue, che siano della Commissione, del Consiglio o del Parlamento? La Commissione ha fatto sapere di essere seriamente «impegnata a ridurre il suo impatto ambientale» in linea con il Green Deal e che «intende ridurre ulteriormente i viaggi associati alle sue operazioni quando questi possono essere sostituiti da videoconferenze». Ma la realtà ci dice tutt' altro. La Von der Leyen ha preso sei voli air-taxi nel 2020 e otto nel 2021, certo meno del predecessore che nell'ultimo anno di carica ne ha presi 14. Ma nel 2019 non c'era la pandemia, mentre nel 2020 e nel 2021 sì. Evidentemente il ricorso alla videoconferenza è stato piuttosto limitato. Lo stesso dicasi per il presidente del Consiglio Charles Michel che nel 2021 ha già preso 15 aerotaxi privati contro i 17 del 2020 e i 27 del 2019, addebitabili al predecessore Tusk.

 

 

 

Green deal

E poi non ci sono solo i costosi taxi istituzionali. A ciò infatti siamo costretti ancora una volta ad aggiungere che nonostante il Green Deal e nonostante il covid l'Europa continua a tenere in piedi il carrozzone più inutilmente costoso, in termini economici e di ambiente: il famoso "circo itinerante", la doppia sede del Parlamento, Bruxelles e Strasburgo, che costringe politici e il loro seguito, con scatoloni di documenti annessi, ad almeno un trasferimento mensile avanti e indietro tra le due città distanti 450 km. Uno spreco di denaro (114 milioni di Euro all'anno buttati nel wc) di tempo ed energie (12 giorni l'anno persi per dipendente), e un danno all'ambiente e al clima calcolabile in 19mila tonnellate di Co2 l'anno disperse nell'aria, lo stesso inquinamento provocato da 7mila automobili a benzina che circolano per 15 mila km.

 

 

 

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