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Vittorio Feltri, sigarette vietate al Meazza: "A Beppe Sala gli ha dato di volta il cervello?"

di Caterina Spinelli domenica 26 gennaio 2020

2' di lettura

Conosco Sala, sindaco di Milano da parecchi anni e l' ho apprezzato in particolare modo allorché organizzò in maniera magistrale il famoso Expo che contribuì a rilanciare alla grande la città. Quindi mi imbarazza ora parlarne male, però non posso trattenermi. Non so cosa gli sia passato per la mente, ma dicono voglia impedire alla gente di fumare per strada. Io capisco che a lui stiano sulle balle le sigarette e gli riconosco il diritto di combatterle con ogni mezzo tranne uno: vietarle per legge. In casa sua non è lecito accenderne neanche una? Bene, può pretendere questo ed altro: entro le sue mura si vive come egli comanda. Non esiste problema. Un problema invece sorge nel momento in cui il primo cittadino ambrosiano esige che noi ci si astenga dall' aspirare nuvole azzurre per strada, alle fermate dei mezzi pubblici eccetera. È evidente che l' annuncio dei suddetti provvedimenti proibizionistici abbia allarmato i milanesi, i quali si domandano angosciati: Sala sta bene o gli è dato di volta il cervello? Perché al posto di romperci l' anima con certe mattane non si fa i cazzi suoi? Interrogativi non del tutto illegittimi viste le ragioni che lo avrebbero indotto a studiare l' opportunità di strapparci la cicca di bocca. Il sindaco, in sostanza, dichiara che il fumo inquina l' atmosfera della metropoli e la rende irrespirabile. In tale sua convinzione egli è supportato da un medico, pneumologo di fama, il quale asserisce che una sigaretta è più nociva dello scarico di una locomotiva e di alcune automobili. Sarà vero? Leggi anche: Vittorio Feltri sul voto in Emilia Romagna: "Con brutale franchezza dico a Salvini che il governo non cadrà" Nonostante io abbia fiducia nella scienza e perfino, talvolta, negli scienziati non credo a certe esagerazioni che sconfinano nella scemenza. Forse è più salubre l' aria di una pineta che non le nuvolette prodotte dal tabacco combusto, tuttavia da qui a sostenere che esse ne ammazzino di più degli impianti di riscaldamento gestiti dal Comune ce ne corre. Prima di vietare il fumo, che io aspiro da 60 anni e non sono ancora morto, si spengano le caldaie che soffocano la cittadinanza e impongono il blocco della circolazione solo d' inverno. Infatti quando in primavera esse si fermano, lo smog non c' è più. di Vittorio Feltri

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