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Per la crescita meno Iva per tutti

L'effetto del terrore fiscale è ben visibile a Cortina, svuotata dai turisti e di eventi dopo il blitz di Capodanno. La cura Monti ci rende più povero, è ora di invertire la rotta
di Lucia Esposito domenica 24 giugno 2012

3' di lettura

Enrico Cisnetto lascia Cortina d’Ampezzo e insieme a lui trasloca una manifestazione che nel corso degli anni si era fatta un certo nome, conquistando le prime pagine dei giornali con interviste e dibattiti. La notizia dell’addio del collega alle Dolomiti potrebbe rientrare tra le brevi di cronaca e interessare soltanto gli appassionati di cose legate al mondo dell’editoria o della tv. Ma, indagando sulle motivazioni del divorzio, si scopre qualcosa di più interessante che riguarda anche chi non si occupa di mass media. Cisnetto non se ne va perché si è stufato di guardare la cima del Faloria o il picco del Cristallo: lascia perché gli sponsor non vogliono più associare il loro nome a Cortina. Attenzione: le aziende hanno chiuso i portafogli non perché la crisi economica abbia falcidiato i budget delle sponsorizzazioni e nemmeno a causa di un ripensamento sui vantaggi di investire in una manifestazione come CortinaIncontra. Gettano la spugna semplicemente perché, dopo il blitz di Natale dell’Agenzia delle entrate, la città ampezzana è sinonimo di evasione fiscale.  È da Cortina infatti che Mario Monti fece partire l’operazione propaganda del fisco: invece di accertare tramite il pubblico registro automobilistico a chi fossero intestate le vetture di lusso, incrociando poi i dati con le dichiarazioni dei redditi, il capo del governo preferì farsi un po’ di pubblicità controllando i veicoli in transito lungo la strada per Misurina, verificando gli scontrini nei negozi e perfino le consumazioni nei locali. Risultato: Cortina è diventata sinonimo di evasione, capitale dei furbi che non pagano le tasse, simbolo per eccellenza dei ricchi che si scolano bottiglie di champagne mentre il mondo va in malora. Gli effetti della campagna di Monti però non si limitano alla fuga degli sponsor che da dieci anni davano fiducia a Enrico Cisnetto. C’è molto di più: c’è la diserzione di vacanzieri affezionati, i quali di passare per ladri e profittatori, o anche solo di subire controlli e accertamenti ogni volta che escono di casa o dall’albergo, non hanno alcuna intenzione. Dunque nella perla delle Dolomiti le prenotazioni per agosto scarseggiano e alberghi storici e blasonati, una volta meta del jet set, oggi vendono le settimane più ambite a prezzi scontati anche del cinquanta per cento. Non è tutto. A Cortina sono stati annullati il pre campionato della Fiorentina, il concorso ippico, una manifestazione di rugby e l’abituale convention  del Pdl: neanche quelli di centrodestra ci stanno a passare per amici degli evasori. In termini economici, le somme dei danni provocati dalla campagna invernale di Monti si tireranno a settembre, quando chiuderà la stagione estiva. Per ora Sankt Moritz, Gstaad, Crans Montana, Andermatt, Kitzbühel e le altre località turistiche delle Alpi svizzere e austriache ringraziano, come già ringraziano gli acquirenti stranieri di auto di lusso, i quali possono comprare quelle che gli italiani svendono per paura del fisco. Berlusconi anni fa per la sua discesa in campo coniò lo slogan: meno tasse per tutti. Monti con la sua politica del terrore ne ha  partorito uno che suona così: più sobri e più poveri tutti. Complimenti: ci voleva proprio un professore per darci una simile lezione.  PS. Al nostro appello per bloccare l’aumento di due punti di Iva previsto per l’autunno hanno risposto numerosi imprenditori e le più importanti associazioni di categoria. Tutti convinti che l’inasprimento fiscale sugli acquisti comporterà una ulteriore contrazione consumi e dunque un calo della domanda interna, di conseguenza del Pil, per finire poi con le entrate. All’invocazione al presidente del Consiglio Mario Monti affinché receda dal proposito di far quadrare i conti rincarando l’imposta sul valore aggiunto ora si unisce anche il nuovo presidente di Confindustria, insieme ad altri rappresentanti di settore. Se vuol far crescere l’economia e aiutare il Paese ad uscire dalla crisi, il premier non faccia questo errore. Anzi: semmai faccia il contrario e, se non vuole diminuire le tasse, almeno diminuisca l’Iva, invitando le famiglie a spendere di più. La vecchia regola è nota: l’economia gira se girano i soldi. Se al contrario finiscono sotto il materasso, sono guai. Ed è proprio quello che sta succedendo nell’era dei sobri: secondo quanto comunicato dall’Istat la fiducia dei consumatori è al minimo storico negli ultimi 16 anni. Più che parlare di miliardi, serve ridare un po’ di speranza. di Maurizio Belpietro  

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