Non ha nessuna intenzione di farsi pensionare. Silvio Berlusconi sta solo prendendo tempo per ultimare il progetto che, a suo dire, porterà sotto l'albero di Natale del Pdl delle significative notività. Nel buen retiro di Malindi, lontano dalle beghe giudiziarie, in attesa della riforma elettorale e delle primarie del Pd, sta studiando il modo più efficace per tornare in campo. La data sembra essere stata già decisa: il 26 gennaio, giorno dell'anniversario del "predellino" nonché data nella quale Alfano vorrebbe celebrare la convention della sua incoronazione. Nel frattempo deve però tenere a bada il partito. Ieri dal Kenia, grazie al paziente lavoro di intermediazione dei soliti Gianni Letta e Paolo Bonaiuti ha evitato lo strappo definitivo con Angelino Alfano. L'avvocato Nicolò Ghedini lo ha convinto a scrivere un comunicato di riconciliazione e dare la sua benedizione alle primarie all'americana e l'esito è stato quello sperato: Alfano a breve giro di agenzie ha assicurato la sua lealtà e rispetto al Cav. "Si discute "come capita nella normalità della vita di una famiglia", ha sottolineato il segretario del Pdl. Ma come in tutte le famiglie c'è qualcuno che è rimasto scontento. In questo caso l'ex coordinatore Sandro Bondi: "Io personalmente non mi riconosco più in questo Pdl", è sbottato ai microfoni di Tgcom24 ribadendo le sue perplessità alle primarie. Che invece vedo molto fomentata Michela Biancofiore che si è dimessa da coordinatrice del Trentino per correre in ticket con la Santanché. Ma non solo: Giorgia Meloni, nonostante La Russa e Gasparri, tentino di dissuaderla, ci sta pensando. Stessa cosa Gianni Alemanno, che continua a perdere consensi da sindaco a Roma: l'occasione per annunciare la sua discesa in campo a livello nazionale potrebbe essere domenica durante una manifestazione organizzata al teatro Brancaccio. Tutto dipende da Alfano, sostiene Alemanno: "Mi auguro che in questi giorni mi dia le garanzie di un progetto serio, altrimenti..."