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Malattie epatiche, a Brindisi riuniti i migliori esperti d'Italia

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Dopo il lungo silenzio prepotentemente imposto dal Covid, prima il “caso Fedez” poi l’epatite acuta nei bimbi hanno riacceso i riflettori sulle malattie epatiche. A tal proposito un pool di esperti italiani si confronterà sul tema venerdì 13 e sabato 14 maggio a Brindisi (sala congressi dell’Autorità Portuale) per la prima edizione delle “Giornate epatologiche brindisine”, una full immersion di due giorni con i massimi esponenti clinici italiani del settore che faranno il punto sulle diverse patologie e le novità in campo terapeutico e conoscitivo.

“Il Covid ha distratto la popolazione da altre malattie mortali, come quelle epatiche, su cui bisogna invece mantenere sempre alta l’attenzione anche perché in molti casi si tratta di malattie silenti, che non provocano sintomi” spiega il prof. Pietro Gatti, direttore del Dipartimento Area Medica della Asl di Brindisi, dell’Uoc di Medicina Interna dell’ospedale A. Perrino, nonché presidente del congresso, “prendiamo ad esempio l’epatite C”, continua “può portare ad insufficienza epatica, cirrosi o tumori del fegato. Fino al 2015, anno di introduzione dei nuovi ed efficaci farmaci antivirali, in Italia ogni 30 minuti moriva una persona per le conseguenze di questa patologia. Oggi si stima che tra l’1 e l’1,5% della popolazione italiana sia affetta da questa malattia. Molti casi però rimangono non diagnosticati”.

Proprio in questi giorni il mondo scientifico si interroga su alcuni casi di epatite acuta in bimbi sotto i 10 anni (circa un centinaio in diversi Paesi europei), una forma particolarmente aggressiva di questa patologia che si sospetta virale. L’allarme internazionale è partito dalla Gran Bretagna. Ma dopo il Regno Unito sono stati registrati casi anche in Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi e Spagna e anche in Italia. L'Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea come la priorità sia "determinare l'eziologia di questi casi per guidare ulteriori azioni cliniche e di salute pubblica. Eventuali collegamenti epidemiologici tra gli eventi potrebbero fornire indicazioni per rintracciare l'origine della malattia". “È un tema di cui certamente parleremo nel corso del congresso e che sta impegnando tutti gli epatologi del mondo”, sottolinea Gatti.

“È anche per questa ragione che si fanno i congressi: per confrontarsi e scambiarsi conoscenze che possono risultare determinanti nella lotta alle malattie”. Tanti i temi che saranno affrontanti nel corso della due giorni pugliese patrocinata dalla Asl di Brindisi, dal Comune di Brindisi e da Siemc, l’associazione italiana di ecografia in medicina e chirurgia. Si andrà da alcune forme di epatiti che conducono all’obesità e a dismetabolismi alle patologie legate ai nuovi stili di vita, dal progetto di eradicazione del virus epatite C, che è un obiettivo Oms, alle evoluzioni tecniche nel trattamento dell’epatocarcinoma, un tumore che fino a poco tempo fa era orfano di farmaci e che ora invece dispone di nuovi trattamenti farmaceutici, per finire con un focus sul trattamento delle cirrosi avanzate “l’unità operativa di Medicina Interna di Brindisi è uno degli 8 centri nazionali affiliati all’Ef-Clif, consorzio europeo per lo studio e il trattamento delle cirrosi” conclude il presidente del Congresso.

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