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Gli italiani e la domanda di servizi funebri: il primo rapporto 2022

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INTRODUZIONE

Tutto è cambiato a partire dall’inizio del 2020 quando, nel drammatico contesto creatosi durante la lunga stagione della pandemia, l’esperienza della morte è ascesa agli onori delle cronache quotidiane. La morte di una persona lontano da familiari, parenti, amici, in una stanza di ospedale a cui l’accesso è stato interdetto; la negazione dell’ultimo saluto al defunto; l’annullamento o la celebrazione sommaria, alla presenza di pochissimi familiari, del rituale funebre; la sepoltura condotta frettolosamente hanno costituito altrettanti rituali sociali fondamentali che non hanno potuto essere recuperati da chi ha subito una perdita. I rituali del commiato e le cerimonie funebri sono stati sospesi proprio nel momento in cui la morte ha drammaticamente e inaspettatamente conquistato uno spazio centrale nella vita sociale1. Anche in assenza di un coinvolgimento diretto, poi, lo scoppio della guerra in Ucraina, all’interno spazio europeo, ha ulteriormente esteso la presenza della morte nello spazio pubblico. Ma cosa sappiamo davvero del rapporto di noi italiani con la morte?  www.cattaneo.org/orme ~ 7 ~ Orme, Osservatorio per la Ricerca sulla Morte e le Esequie, istituito presso la fondazione di Ricerca Istituto Cattaneo di Bologna si propone di colmare una vistosa lacuna nelle conoscenze in questo campo in Italia con la pubblicazione, a cadenza annuale, di un rapporto sulla domanda e l’offerta di servizi funebri in Italia.

 

LA PREPARAZIONE ALLA MORTE

Ben oltre due terzi degli italiani dichiara, infatti, di pensare almeno qualche volta alla morte, e ben un quarto di averlo addirittura fatto “spesso”. Come è lecito aspettarsi, la quota di chi ci pensa almeno qualche volta cresce con l’età. Pensare alla morte, tuttavia, non equivale a prepararsi ad essa. Consideriamo 5 diversi comportamenti: fare testamento, esprimere le proprie volontà rispetto al trattamento medico da adottare verso sé stessi nel caso in cui non si sia più in grado di esprimere una decisione, esprimere la propria volontà rispetto alla donazione di organi, esplicitare una decisione rispetto alle modalità della propria sepoltura. Una quota variabile tra il 55% (nel caso della donazione di organi) e il 69% (nel caso di esprimere una decisione rispetto a cosa si vorrebbe o meno al proprio funerale) dichiara di non averci mai pensato. Queste quote crescono ulteriormente se si aggiungono anche coloro che hanno dichiarato di averci pensato, ma di non avere fatto nulla per mettere in pratica tale decisione. Consideriamo, ad esempio, la decisione rispetto alle caratteristiche del proprio funerale. Solo l’11,7% degli italiani dichiara di averci pensato e di avere riferito a voce, o messo per iscritto, le proprie volontà rispetto alla cerimonia. 

 

L'ORGANIZZAZIONE DEL FUNERALE

Solo il 4% degli italiani che hanno organizzato o partecipato all’organizzazione di un funerale dichiara di essersi rivolto a un’impresa su suggerimento del personale sanitario di un ospedale o di un hospice. È possibile naturalmente che i suggerimenti ricevuti siano più diffusi, ma il livello decisamente modesto del loro successo segnala lo scarto che esiste tra la percezione del fenomeno e la sua realtà. È perfettamente plausibile, infatti, che i livelli di diffusione delle pressioni verso i familiari siano superiori al 4%. Tuttavia, perché questi eventuali suggerimenti siano efficaci è necessario, in primo luogo che essi raggiungano le persone che effettivamente prendono le decisioni rispetto all’organizzazione del funerale, e in secondo luogo che tali suggerimenti siano effettivamente ascoltati, presi sul serio e che qualcuno decida di darvi seguito. Evidentemente questo accade meno frequentemente di quanto si pensi. Un po’ più alto appare, invece, il ruolo dei consigli che possono circolare all’interno delle cerchie parentali o amicali. Un quinto degli intervistati dichiara di rivolgersi a un parente o a un amico per la scelta dell’impresa funebre. 

LE CERIMONIE E I RITI FUNEBRI

Nel complesso il 93,4% dei funerali sono celebrati con una cerimonia religiosa. Le cerimonie laiche rimangono, quindi, una esigua minoranza. Solo nelle regioni settentrionali, e nelle grandi città, queste mostrano livelli non del tutto trascurabili, di poco inferiori al 10%. Di conseguenza anche il luogo in cui tali cerimonie si svolgono mostra livelli assai modesti di variabilità. La stragrande maggioranza delle cerimonie funebri avviene in chiesa. Per la precisione si tratta dell’88,8% del totale. Le restanti cerimonie sono celebrate in uno spazio all’interno di un cimitero o in un tempio crematorio (poco più del 6% del totale), oppure nelle case funerarie delle imprese: onoranze funebri (3% dei casi). Quest’ultima modalità cresce con la dimensione demografica dei comuni e passando dalle regioni meridionali e insulari a quelle centro-settentrionali del paese. Nonostante i numeri apparentemente modesti, si tratta di una modalità in forte ascesa. 

 

LE VISITE AL CIMITERO
Le visite al cimitero Incidenza e prevalenza della visita al cimitero Nel corso del 2021 il 64% degli italiani è andato almeno una volta al cimitero. Nella metà dei casi questo è avvenuto in occasione del 2 novembre, giorno della Commemorazione dei defunti. Si tratta di una quota inferiore a quella abituale, e fortemente influenzata dalle restrizioni imposte, in quell’anno, dalla pandemia. La disponibilità a visitare il cimitero è lievemente più alta tra le donne che tra gli uomini, cresce fortemente con l’età, al diminuire delle dimensioni del comune di residenza e al diminuire del titolo di studio, e in generale passando dagli strati più a quelli meno privilegiati sotto il profilo della posizione sociale ed economica. L’indagine Orme consente anche di valutare le dimensioni della frequenza con cui gli italiani si recano al cimitero. Escludendo il giorno della Commemorazione dei defunti, oltre il 23% degli italiani, quindi quasi uno su quattro, dichiara di essere andato al cimitero più di quattro volte nel corso dell’anno precedente, e oltre il 13% di esserci andato una volta al mese, o anche più. Livelli decisamente elevati di frequenza al cimitero sono osservabili tra la popolazione più anziana.

 

QUI DI SEGUITO L'INTERO RAPPORTO DELL'ISTITUTO CATTANEO

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