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Intelligenza artificiale, Barachini: "Il buon giornalismo sarà l'argine all'omologazione"

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Un cambiamento epocale è in atto, bisogna prenderne averne la consapevolezza e lavorare affinchè sia funzionale all’uomo. E’ questo il filo conduttore che ha il dibattito organizzato ieri da Adnkronos, nel 60esimo anno dalla sua fondazione, relativo all’intelligenza artificiale. Una giornata per approfondire rischi e opportunità di una tecnologia che di fatto può rivoluzionare il mondo, ma che ha anche i suoi risvolti negativi. “Stiamo lavorando per dare tutti gli elementi di analisi su rischi e opportunità agli editori e al mondo dell'informazione per arrivare a delle linee guida che consentano al settore di difendersi dalle ricadute negative, anche sui livelli occupazionali – ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’Editoria, Alberto Barachini -. Solo il buon giornalismo, originale e creativo e soprattutto unico può essere un argine all'omologazione dell'intelligenza artificiale"

Presente con lui anche Maximo Ibarra, Ceo & General manager di Engineering, che ha analizzato attentamente l’impatto che può avere sul mondo industriale e lavorativo: “A fine 2022 l’industria IA valeva 435 milioni ed è in crescita del 32% dall’anno precedente. Nel 2023 si prevedono 570 milioni, nel 2026 addirittura 1,2 miliardi. Stando al World Economic Forum nei prossimi 5 anni avremo il 60% di attività lavorative che oggi non esistono. Arriveremo a contare il 40% di ore lavorate supportate dall'Intelligenza Artificiale”. Per un impatto del genere è necessario farsi trovare pronti.

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