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In Onda, Alessandro Sallusti: "Impossibile indagare Mario Draghi e Cartabia". Il retroscena: magistrati disperati

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A In Onda, il programma condotto su La7 da David Parenzo e Concita De Gregorio, si parla di Giustizia. Lo si fa nel giorno in cui in CdM viene varata la riforma spinta da Marta Cartabia e Mario Draghi, lo stesso giorno in cui l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, viene assolto nell'ambito dell'inchiesta Terra di Mezzo dopo 7 anni di calvario giudiziario. E a commentare queste vicende, ospite in collegamento, ecco Alessandro Sallusti, direttore di Libero.

 

"Oggi si è deciso chi comanda in questo Paese, o meglio chi è deputato a fare le riforme - premette Sallusti -. Nel campo della magistratura fino ad oggi sono stati i magistrati a decidere, da oggi la politica riprende la palla in mano e dice che le riforme le decide lei. Mi pare un sano principio di democrazia".

 

Dunque, il direttore rimarca come "in altri tempi e con altri governi a quest'ora avremmo già premier e ministro della Giustizia indagati da qualche procura italiana. Con Draghi e la Cartabia anche a volersi impegnare è abbastanza difficile, ricordiamo che i governi hanno fatto cadere 3-4 governi con i loro avvisi di garanzia. E quindi sono in grande difficoltà perché non possono usare quell'arma, si devono affidare al loro referente politico", sottolinea.

E ancora: "Io dico che il problema non è politico. È che oggi Alemanno è stato assolto dopo 7 anni di calvario giudiziario che lo ha distrutto umanamente, politicamente ed economicamente dall'accusa di corruzione. Un Paese civile non dovrebbe tenere ostaggio un leader politico né nessuno per sette anni per poi scoprire che non ha fatto nulla", conclude Alessandro Sallusti.

 

 

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