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Amara, le intercettazioni negate dalla Camera e la riunione delle toghe: Procure nel caos

 Toghe

Paolo Ferrari
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La procura di Perugia e il Gico della Guardia di Finanza hanno intercettato "illegittimamente" Cosimo Ferri, giudice in aspettativa e ora parlamentare di Italia viva. La Camera con con 227 voti a favore e 86 contrari (M5s e Alternativa) ha approvato ieri la relazione della Giunta per le autorizzazioni con la quale si vietava al Csm di utilizzare queste conversazioni nel procedimento disciplinare nei confronti di Ferri. Una violazione consapevole da parte degli inquirenti, un «regolamento di conti interno alla magistratura nel quale i deputati non devono entrare», secondo il deputato Andrea Del Mastro (FdI). Ferri era stato intercettato tramite il Trojan inserito nel cellulare di Luca Palamara, l'ex presidente dell'Anm. Secondo quanto evidenziato da Pietro Pittalis, il relatore, è emerso con chiarezza che sin da febbraio, quindi prima della cena all'Hotel Champagne del 9 maggio 2019, gli inquirenti fossero a conoscenza che Palamara incontrava Ferri, il cui nome compare 341 volte nelle varie richieste di proroga delle intercettazioni telefoniche. Per Pittalis «appare plausibile che egli sia stato un chiaro bersaglio delle indagini, che erano in concreto indirizzate anche ad accedere nella sua sfera di comunicazioni». A favore della tesi di Pittalis, sia Federico Conte (LeU) che Alfredo Bazoli (Pd), i quali hanno motivato la scelta per aspetti «squisitamente tecnici» e assolutamente non politici. Il M5S, attraverso Eugenio Saitta, ha invece sottolineato che si era trattato di intercettazioni fortuite e casuali, come sostenuto dal Csm. Ferri soddisfatto: «La Camera ha difeso la Costituzione». Durissimo Vittorio Sgarbi riferendosi ai magistrati: «Sono fuorilegge, hanno violato la Costituzione. Che non lo voglia capire, per ragioni di interesse strumentale, un nemico di Palamara nel Csm lo capisco, ma che un parlamentare non voti all'unanimità per difendere se stesso, non lo capisco». A commentare il voto il presidente del Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria ed ex componente della sezione disciplinare del Csm Antonio Leone: «Finalmente un rigurgito di orgoglio (costituzionalmente protetto) del Parlamento. Finalmente rispettate le prerogative dei parlamentari. Prerogative abbondantemente calpestate proprio da chi è preposto alla salvaguardia della tutela dei diritti di tutti». E sempre ieri si è tenuto un vertice fra il procuratore di Perugia Raffaele Cantone e i colleghi milanesi per fare il punto sui diversi fascicoli aperti sulla base delle dichiarazioni dell'ex avvocato esterno dell'Eni Piero Amara, tra cui quello sull'esistenza della Loggia Ungheria.

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