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Giuliano Amato, quelle strane dichiarazioni sul referendum giustizia: cosa c'è dietro, davvero?

Giuliano Amato

Iuri Maria Prado
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È arrivato il momento della decisione della Corte costituzionale sull'ammissibilità dei referendum. E vedremo quale peso avranno avuto le dichiarazioni del nuovo presidente, Giuliano Amato, secondo cui i quesiti referendari dovranno essere esaminati con spirito favorevole, «senza cercare il pelo nell'uovo», per «consentire, il più possibile, il voto popolare». Chissà se i maliziosi esagerano, pensando che Amato, dimostrandosi così apertamente referendario, si è scritto "la giustifica" per il caso di bocciatura dei quesiti.

 

 

Tipo: se le richieste di referendum non passano con un esaminatore tanto ben disposto, vuol dire che sono scritte proprio male; se non si vota mica è colpa della Corte, che anzi si era impegnata per darci quella possibilità, ma dei quesiti, che proprio non stanno in piedi; se insomma salta tutto, non protestate con noi perché, come avete visto, se fosse stato per noi avremmo dato volentieri il via libera, ma quando è troppo è troppo e proprio non si poteva.

 

 

CHI ESAGERA
Forse, appunto, chi sospettosamente pensa in questo modo sta esagerando. Però rimane la stranezza di quelle dichiarazioni. Se ti proponi di giudicare i referendum usando quell'approccio di generale favore, infatti, beh, lo fai: mica lo dici. Affinché i referendum siano ammessi, non serve dire che li si vorrebbe ammettere: serve ammetterli. E vuoi vedere, allora, che il miglior modo per non ammetterli è dire che avresti voluto ammetterli? Vuoi vedere che chi esagera non esagera?

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