CATEGORIE

Garlasco, lo scenario: i clamorosi effetti sulla riforma della Giustizia

di Daniele Capezzone sabato 1 novembre 2025

3' di lettura

Antonio Di Pietro da una parte e Nicola Gratteri dall’altra, i magistrati del sì e quelli del no, gli avvocati e i tecnici, le vittime della malagiustizia e le toghe targate Anm, più naturalmente destra e sinistra.

Sono tutti elementi che già contano e che peseranno molto nella lunga corsa, da qui a cinque o sei mesi, verso il voto referendario sulla riforma costituzionale appena licenziata dalle Camere. Ma c’è un’incognita in più in questa equazione politica, una “X” inafferrabile, un imprevisto, un fattore letteralmente insondabile, nel senso che nessuno può avere certezze assolute sul modo in cui gli italiani stiano reagendo a un caso letteralmente clamoroso: quello di Garlasco. Se ci pensate, siamo di fronte a una faccenda due volte sensazionale: non solo perché si tratta di un guazzabuglio, di una storia platealmente irrisolta dopo un tempo lunghissimo. Ma anche perché (altro che “cold case”, altro che storia fredda! ) tuttora gli sviluppi tengono gli italiani incollati al televisore.

Attenti ai dati di ascolto. Quest’anno, con poche eccezioni, i talk politici non stanno andando in modo trionfale: il pubblico è più o meno sempre quello, non piccolo ma nemmeno enorme, con opinioni già consolidate. Non guardi i programmi chiaramente politici per cambiare idea, ma per consolidarti nella tua opinione: pro o contro il governo, pro o contro Meloni, pro o contro Schlein, e così via. Lì non si spostano voti: al massimo si rafforzano delle tendenze, si inaspriscono certe antipatie, si radicano le preferenze già esistenti.

Garlasco, la previsione di De Rensis: "L'autunno caldo è appena iniziato"

Un giallo nel giallo quello che sta andando in scena in queste ore a Garlasco. Oltre alle indagini per il delitto di Chi...

E invece nei programmi dedicati alla cronaca nera, da mesi egemonizzati da Garlasco, accadono due fenomeni: i numeri degli spettatori crescono, e per altro verso l’ascolto – partendo da un giallo – è per forza di cose meno politicizzato, o non lo è affatto. Quando sei sintonizzato su quelle trasmissioni, non alzi le “barriere mentali” come fai invariabilmente mentre ascolti un politico. E così entrano in gioco molte spinte: la pena per la povera vittima, un po’di macabro voyeurismo, ovviamente la ricerca del colpevole, la curiosità per i personaggioni più o meno inquietanti o folkloristici che ci siamo abituati a conoscere.

Ecco: diciamo pure che un numero enorme di italiani sta seguendo Garlasco, si sta facendo un’idea, o la sta modificando, oppure sta rimanendo sgomento e terrorizzato (è il mio caso) per ciò che accade da anni, tra false piste, processi indiziari, “bengala” sparati in aria per distrarci, e la sensazione di fondo di una feroce e imprevedibile lotteria, altro che giustizia giusta. Ma non fatevi condizionare dai miei sentimenti, dalle mie valutazioni. Ciò che conta sono i sentimenti e le valutazioni di chi non ha opinioni politiche formate o consolidate, anzi di chi non ha mai – consapevolmente – associato il caso Garlasco al fatto che, tra qualche mese, voteremo proprio sul tema rovente della giustizia.

Garlasco, l'ex avvocato inguaia papà Sempio? "Qual è stata la mia retribuzione"

Mentre Giuseppe Sempio viene iscritto nel registro degli indagati per corruzione, una dichiarazione mandata in onda a Or...

E questi sono, a mio modesto avviso, gli interrogativi che la politica dovrebbe porsi: gli italiani quel collegamento lo faranno o no? Meglio: saranno indotti a farlo oppure no? E lo faranno (come a me parrebbe logico) per concludere che questa giustizia vada cambiata oppure (può accadere anche questo) saranno trainati dalla speranza che invece stavolta le indagini stiano andando sulla strada giusta, con ciò accettando l’idea – a me pare assurda, ma non posso escludere che la tesi passi – che la macchina della giustizia sappia in fondo autocorreggersi? Lo ripeto: il solo fatto che il caso risalga al 2007, con diciotto interminabili anni di montagne russe giudiziarie, a mio avviso parla da sé. Ma tanti nostri concittadini che conclusioni ne trarranno?

Guardate che stiamo parlando di nervi scoperti, di tasti delicatissimi. I conduttori dei programmi cosiddetti di cronaca nera saranno nei prossimi sei mesi i gestori degli spazi più “politici” di tutto il palinsesto, e dovranno farlo con un equilibrio e un’accuratezza speciali, a mio modesto avviso. Per troppi anni, e troppe volte, abbiamo assistito a operazioni mediati che (di carta stampata e televisive) guidate e orientate dalle procure, al punto che – con amara ironia – mi viene da dire che la vera separazione delle carriere da realizzare non è solo quella tra pm e giudici, ma pure tra pm e giornalisti. E così stavolta, sull’esito di un referendum, potrebbe avere un peso anche questo elemento. Chiamatelo il “fattore Garlasco”. E stiamo bene attenti a ciò che accadrà in quelle trasmissioni. Altro che “tribune referendarie”.

tag
garlasco
riforma della giustizia
referendum

Smascherare il sistema Garlasco, "ipotesi dirompente su Andrea Sempio": voci pazzesche dalla Procura

Pietre tombali Giustizia, anche Cesare Salvi si schiera col governo: "Voto sì, nessun rischio per le toghe"

La dritta ai pm FdI inchioda Giuseppe Conte, la dritta ai pm: "Provate a indagare..."

Ti potrebbero interessare

Garlasco, "ipotesi dirompente su Andrea Sempio": voci pazzesche dalla Procura

Simona Pletto

Giustizia, anche Cesare Salvi si schiera col governo: "Voto sì, nessun rischio per le toghe"

Redazione

FdI inchioda Giuseppe Conte, la dritta ai pm: "Provate a indagare..."

Redazione

Il Pd ripete gli errori del Pci con Bettino Craxi

Francesco Damato

Giustizia, anche Cesare Salvi si schiera col governo: "Voto sì, nessun rischio per le toghe"

Dopo le prese di posizione - tra gli altri - di Antonio Di Pietro, Vincenzo De Luca ed Emma Bonino, il fronte progressis...
Redazione

Il Pd ripete gli errori del Pci con Bettino Craxi

A prima vista, considerandone i titoli, il referendum in arrivo sulla giustizia si ricollega a quello del 1987 sulla res...
Francesco Damato

La campagna per il no al referendum peggiorerà l'immagina della magistratura?

[{"image":{"mediaId":null,"mediaUrl":null},"text":"Sì","index":0},{"image":{"mediaId":null,"mediaUrl":null},"text":"No",...

Referendum giustizia, il caso: una sede in Cassazione per il comitato del "No"

Non è normale che l’associazione magistrati “occupi” la Corte di Cassazione – un’is...
Francesco Storace