Niente confronto in tv tra il ministro della Giustizia Carlo Nordio e Cesare Parodi, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati. A rifiutare l'invito è stato proprio la toga a capo dell'Anm.
"Dopo attenta riflessione, condivisa con i colleghi dell'Associazione nazionale magistrati, non ritengo opportuna una mia partecipazione a confronti con il ministro Nordio, in quanto credo che costituirebbe una rappresentazione plastica, direttamente percepibile - e come tale fuorviante e strumentalizzabile - di una contrapposizione politica fra il governo e la magistratura, che non trova riscontro nella realtà", sono le parole di Parodi in una nota.
"Per me - continua Parodi - un sacrificio personale perché credo molto nella rilevanza dei confronti e li ho sempre affrontati. Tuttavia, mio sforzo in queste settimane è stato quello di non giustificare in alcun modo tale prospettiva, che certamente non corrisponde alla volontà della magistratura associata. Noi siamo vicini alla Costituzione sulla quale abbiamo giurato e non a qualsiasi partito politico, né mai lo saremo. I cittadini italiani devono essere informati delle ragioni del sì e del no rispetto alla riforma, ma credo che questo debba avvenire senza avvalorare l'ipotesi - anche e soprattutto a livello di immagine - di una magistratura associata che si contrappone politicamente al governo. Non è così e nessuno deve essere indotto, anche indirettamente, a crederlo".
"Un eventuale confronto potrebbe avallare questa tesi e distogliere l'attenzione dei cittadini dal merito della riforma - conclude il presidente dell'Anm -. Questa è la mia priorità nell'interesse dell'associazione che presiedo ma credo anche del clima generale che il Paese deve percepire - e che mi sta molto a cuore - nel momento in cui i cittadini saranno chiamati a confrontarsi su valori costituzionali, come prevede l'articolo 138 della Costituzione".