Punture ad acqua

Chirurgia estetica, un giorno da maggiorate grazie al ritocchino che dura 24 ore

Giulio Bucchi

L’ultima moda arriva dalla California. Ne vanno matte tutte le donne che sognano un seno più grande, senza entrare in sala operatoria. Niente bisturi, quindi, né reggipetti wonderbra. Bastano alcune punturine di acqua fisiologica per regalarsi una taglia in più. Il nuovissimo e rivoluzionario trattamento - che dura, però, solo 24 ore, per poi svanire, lentamente, come la carrozza di Cenerentola - è stato presentato al G8 dei medici estetici (16° Congresso internazionale Agorà-Amiest, che si tiene fino a oggi) a Milano al Mariott Hotel. Donne alla vigilia del matrimonio, di un primo appuntamento o di una festa possono aspirare a un generoso décolleté con 500-1000 euro. «Una taglia in più con iniezioni di soluzione fisiologica per un’occasione speciale, ma anche per vedere quale potrebbe essere il risultato finale in vista di un intervento definitivo», spiega il dottor Sergio Noviello che coordina l’International Faculty. «Un lavoro che si fa in ambulatorio con una piccola anestesia locale e dopo 24 ore la soluzione infiltrata viene riassorbita dall’organismo. I risultati sono del tutto naturali, sia nell’aspetto, sia al tatto; e non c’è limite d’età per sottoporsi al trattamento. Intanto la Fda americana sta valutando rischi e benefici», aggiunge il professore che conferma la tecnica dell’acqua anche per ottenere un lato B da brasiliana. Ma attenzione Cenerentole, la controindicazione, avverte Noviello, è rappresentata dal rischio di una distensione della pelle del seno, che a lungo andare potrebbe dar luogo a una perdita di tono, così come potrebbe oscurare qualche piccola lesione nodulare della ghiandola mammaria a un’indagine diagnostica. Insomma, andiamoci piano. I massimi esperti si confrontano a Milano sui nuovi trend della medicina estetica nel mondo, un mercato che non conosce crisi con un giro d’affari di 5 miliardi di dollari. «Nonostante la difficile congiuntura economica», fa notare Alberto Massirone, presidente di Agorà-Amiest, «gli italiani si confermano attenti alla cura di sé; siamo il settimo Paese per numero di operazioni di chirurgia plastica e medicina estetica, nel solo 2013 gli interventi eseguiti sono stati circa un milione, di cui l’84% rappresentato da trattamenti di medicina estetica, contro un 16% di chirurgia plastica». Se nel 2007 la chirurgia batteva la medicina 56 a 44, nel 2011 la tendenza si è invertita con un 82% a 18% a favore della medicina estetica, conferma l’Asaps (American Society of Aesthetics Plastica Surgery). In cima alla classifica dei trattamenti più richiesti in Italia si confermano i filler di acido ialuronico (289 mila trattamenti, con un +14.5%), seguiti dalla tossina botulinica (223 mila trattamenti, +10.4%) e da biorivitalizzazione cutanea, epilazione laser e peeling cutanei. Sono cifre «sintomatiche di una nuova cultura della bellezza per una fascia d’età che va dai 35 ai 50 anni, che ha compreso l’importanza di mantenere la cute in ottimo stato di salute attraverso sostanze presenti naturalmente nel derma ma che, con l’età, lo stress e lo stile di vita, possono ridursi alterando sia la struttura della cute che l’aspetto esteriore», conclude il presidente. Intanto sono stati fatti passi avanti per ringiovanire la zona intorno agli occhi: niente più bisturi, ora c’è il laser frazionale (HB:YAG) che dà ottimi risultati per liftare l’area perioculare, assicura il professor Massirone. E mentre tra i più giovani esplode la tendenza del Facebook lift, il ritocchino per apparire più belli nella foto da mettere sul profilo dei social network (pare non basti più photoshop), aumentano gli uomini che si rivolgono al medico estetico per spianare le rughe del viso. Nel 2012 erano il 13%, nel 2013 il 24%. In tempo di crisi, i maschi (25-45 anni) in cerca di lavoro, prima di un colloquio fanno un salto dal medico estetico per avere un aspetto più rilassato e fresco (ridefiniscono le labbra, rimpolpano l’area tra zigomo, guancia e naso e tolgono le rughe) ma soprattutto chiedono una faccia che infonda sicurezza e affidabilità. E meno male che c’è il ritocchino. di Daniela Mastromattei @DMastromattei